Omd. Il grp è morto e quasi sepolto

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La crisi del mercato pubblicitario non è ancora terminata. Lo afferma Mainardo De Nardis, dal marzo 2009 ceo di Omd Worldwide, uno dei maggiori media network globali (140 uffici con più di 8mila dipendenti in 80 Paesi).
“La sensazione”, spiega De Nardis, “è che Nord America, America Latina e Asia Pacific stiano reagendo meglio della vecchia Europa. Dove a parte l’Inghilterra e alcuni Paesi dell’Est del continente, che sono una chiara eccezione positiva, il resto delle realtà  occidentali significative appare sofferente. E non è più solo un problema di investimenti che non crescono. Trend, talenti, innovazione non sono più di casa e il gap dai migliori aumenta. La Cina nell’arco di pochi anni è passata dall’essere un Paese dove s’imparava umilmente dal resto del mondo a uno capace di dettare le proprie strategie e imporre accelerazioni”.
In particolare, secondo De Nardis, il mercato italiano è ingessato e lo sviluppo del digitale risulta un po’ schiacciato dallo strapotere televisivo. “Questo ritardo”, afferma il ceo di Omd Worldwide, “dipende dal fatto che manca ancora un vero approccio ‘consumercentrico’. Se al centro di tutto si mette il consumatore e si lascia che siano le sue abitudini, i suoi desideri e i suoi comportamenti a dettare le nostre scelte strategiche, si mette automaticamente fine a ogni slittamento e ritardo”.
Un ruolo importante per valutare correttamente il mercato dei media hanno le ricerche, spesso accolte nel nostro Paese da discussione e polemiche, come è avvenuto recentemente per Audipress. “Le indagini”, conferma De Nardis, “sono un nodo centrale. Basterebbe iniziare con un po’ di buon senso, verificando attraverso ricerche con al centro il consumatore quante ore la gente ormai passi di fronte a piattaforme alternative e traendone le necessarie conseguenze”.

L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 407 giugno 2010