Il nuovo Contratto di servizio della Rai rimette in movimento lo scenario televisivo. L’articolo sulla ‘Neutralità tecnologica e competitiva’ restituisce all’azienda piena libertà di azione nei confronti di Sky e delle altre piattaforme commerciali permettendo che i suoi contenuti siano disponibili su tutti i sistemi tecnologici per raggiungere il maggior numero di spettatori.Non entrerà in vigore prima della metà di luglio il nuovo Contratto di servizio (vedi Documenti di Primaonline.it) siglato tra il ministero dello Sviluppo economico e la Rai che ridefinisce gli obblighi del servizio pubblico a corrispettivo del canone per il biennio 2010-2012. Il testo pronto da febbraio ha appena ottenuto il parere ‘obbligatorio ma non vincolante’ della commissione di Vigilanza e si appresta a tornare in mano al ministero e alla Rai, che hanno la facoltà di decidere se recepire e modificare nella stesura definitiva le indicazioni della Vigilanza. Il punto interrogativo riguarda il bizzarro emendamento per la trasparenza dei compensi dei conduttori dei programmi di intrattenimento e di informazione, telegiornali inclusi, che essendo stato votato da uno schieramento bipartisan è più vincolante. Risolto questo passaggio, la nuova normativa dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale diventerà operativa.
A gestire la partita sono stati il vice ministro alle Comunicazioni Paolo Romani e Giancarlo Leone, il vice direttore generale della Rai per il digitale terrestre, capo della delegazione di Viale Mazzini. Romani aveva avviato i lavori in largo anticipo con l’idea di portarsi a casa il risultato entro la fine dell’anno, invece i tempi si sono allungati. Nel bel mezzo della trattativa si è inserito Claudio Scajola che, allora titolare del ministero dello Sviluppo economico, dimissionario dal mese scorso per il coinvolgimento nelle indagini sulle grandi opere, aveva voluto mettere il suo imprinting sul negoziato. Dagli uffici di largo Brazzà , sede del dipartimento di Romani, il tavolo si era spostato al dicastero di via Molise con Scajola che ha ridiscusso punto per punto i termini dell’accordo non senza momenti di acceso confronto con Romani.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 407 giugno 2010