“Avremo tutti l’iPad e magari una fibra ottica nel padiglione auricolare per ascoltare musica, ma noi saremo gli ultimi a scomparire. Perché abbiamo pochi competitor e praticamente il monopolio dell’informazione culturale”, dice Marino Sinibaldi, direttore Radio3, la rete colta della Rai che nell’ultima Audiradio ha registrato un boom di ascolti arrivando a quasi 3 milioni di ascoltatori al giorno. “Non mi piace il termine ‘nicchia’, ma di fatto lo siamo. Il servizio pubblico deve preoccuparsi di parlare a tutti e anche noi non siamo indifferenti ai dati di audience: il mio obiettivo è aumentare gli ascolti rivolgendomi anche ai giovani”, dice Sinibaldi.
“Bisogna trasformare la radio perché siamo di fronte a nuove sfide. Un tempo c’erano pochi modi per accedere alla cultura e la radio era un veicolo fondamentale. Oggi ci sono molti più spettacoli e concerti dal vivo, partecipati, ci sono collane musicali in vendita a due lire e c’è Internet dove si possono avere le anteprime delle novità editoriali e musicali quasi gratuitamente. La radio ha molti più concorrenti e deve quindi crearsi un suo spazio, parallelo, in cui offrire qualcosa in più e di diverso che non è possibile trovare altrove”, dice Sinibaldi, che il 3 agosto festeggia un anno di direzione dell’emittente.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 408 – Luglio/Agosto 2010