RAI: CONDUTTORI, SI’ A CONTROLLI ANTIDOPING MA PER TUTTI

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RAI: CONDUTTORI, SI’ A CONTROLLI ANTIDOPING MA PER TUTTI
V. ‘RAI: GIOVANARDI, CONDUTTORI E CANTANTI …’ DELLE 12:10
ROMA
(ANSA) – ROMA, 20 SET – Lucia Annunziata dice sì al test antidoping per i conduttori Rai, ma senza rendere pubblici i risultati; per Lamberto Sposini l’uso della droga fa parte della sfera privata, anche per i personaggi pubblici; mentre Eleonora Daniele è favorevole, se serve a tranquillizzare i telespettatori: questi alcuni commenti di conduttori Rai alla proposta di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e responsabile del Dipartimento nazionale antidroga, per il quale chi conduce un programma, soprattutto se nel servizio pubblico, dovrebbe sottoporsi ai test antidroga come i calciatori. “Se la mia azienda dice che devo fare l’antidoping, io ho il braccio già  teso, anche perché credo che nel mio sangue troveranno soltanto particelle di grasso in eccesso”, dice con un pizzico di ironia Lucia Annunziata. Per la giornalista, però, i test vanno fatti “senza distinzioni”: “tutti, dal direttore generale in giù, devono sottoporsi a questi controlli, qualora diventassero obbligatori”. Ma precisa: “Rendere pubblici i risultati delle analisi, così come vorrebbe Giovanardi, è illegale e anticostituzionale”. Contrario alla proposta è Sposini: “L’uso della droga fa parte della sfera privata anche se si ricoprono incarichi pubblici. Riguardo i politici, credo sia un fatto di opportunità  sapere l’esito di un test antidoping, ma per altri lavoratori penso non sia giusto. Non trovo corretto neanche il distinguo tra chi lavora per tv private o pubbliche”, dice. “Se ci fossero controlli antidoping sarei il primo a farli, però ritengo che i parlamentari dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio”, commenta Alessandro Di Pietro, secondo il quale i controlli non dovrebbero essere volontari ma istituzionalizzati e dovrebbero coinvolgere “tutti i lavoratori della Rai”. Eleonora Daniele è favorevole: “Non penso sia uno dei nodi primari, ma se può far stare più sicuri i nostri telespettatori non ci vedo niente di male”. Così come Elisa Isoardi: “Sarei la prima a sottopormi a un controllo antidoping, trovo che una persona che lavora per l’informazione pubblica debba essere necessariamente lucida”. Adriana Volpe condivide l’idea, anche se si chiede “quanto possa essere efficace e comunque i controlli dovrebbero essere “puramente casuali senza avvertimento e non volontari, come hanno fatto i politici”. “Sollevo inoltre – conclude – il nodo della legge sulla privacy: in base a tale normativa i controlli andrebbero fatti per scopo statistico”. (ANSA).
MV/ S0A QBXB