La libertà  in una matita

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Arriva leggermente in ritardo nel suo studio pieno di fumetti. Si scusa e ride: “È da tre giorni che sono sempre di corsa, troppo lavoro da fare”. Jonathan Shapiro, alias Zapiro, è il vignettista più famoso e controverso del Sudafrica. La passione per il disegno l’ha sempre avuta, quella per la politica è arrivata più tardi. “C’era l’apartheid e come tutti gli uomini bianchi sono stato costretto a entrare nell’esercito. Non volevo. Dal primo giorno mi rifiutai di prendere in mano le armi e mi bollarono come un contestatore. Così lo sono diventato davvero”, racconta.
Diventato sostenitore del movimento antiapartheid United Democratic Front, venne arrestato e trattenuto più volte dalla polizia. “Mi sentivo prima di tutto un attivista e soltanto in secondo luogo un vignettista”, ricorda. E anche per questo l’intelligence sudafricana continuava a tenerlo sotto controllo. “A quei tempi subivo la repressione che colpiva tutti quelli che erano contro il regime di segregazione razziale. Per un breve periodo sono stato anche costretto a mascherarmi e a nascondermi. Con l’aiuto della donna che poi ho sposato mi ero tinto i capelli di biondo e portavo dei piccoli occhiali che mi facevano sembrare più vecchio. È stato allora che ho iniziato a lavorare per i giornali antiapartheid, gli unici che accettavano di pubblicare le mie vignette”.
Nel 1988 Zapiro si trasferisce a New York per frequentare, grazie a una borsa di studio Fulbright, la School of Visual Arts. Al rientro in Sudafrica, nel 1991, riprende l’attività  politica in una situazione in cui il regime dell’apartheid cominciava a sgretolarsi aprendo la strada all’elezione, nel 1994, del primo presidente nero del Paese, Nelson Mandela.
Ora per Zapiro le cose vanno decisamente meglio. Premiato a livello nazionale e internazionale, pubblica le sue vignette su alcuni dei giornali più importanti del Paese: il Mail & Guardian, il Sunday Times, il Cape Times, The Star, The Mercury e Pretoria News. Ha pubblicato anche diverse raccolte di fumetti e i suoi lavori sono stati esposti in varie mostre sia in Sudafrica sia all’estero.

L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 409 – Settembre 2010