ITALIANI TECHNOFAN, MENO CULTURA PIU’ TECNOLOGIA

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ANSA/ITALIANI TECHNOFAN, MENO CULTURA PIU’ TECNOLOGIA
OSSERVATORIO NIELSEN, 3,5 MILIONI SI SPOSTANO VERSO IL DIGITALE
ROMA
(Di Michele Cassano) (ANSA) – ROMA, 17 NOV – Italiani, popolo di technofan. Amano sempre meno libri e giornali, appaiono un po’ più ignoranti, forse anche per motivi economici, ma abbracciano le nuove tecnologie. Negli ultimi tre anni c’é stato un mezzo terremoto. Tre milioni e mezzo di persone con più di 14 anni hanno cambiato il loro approccio alla cultura ed ora usufruiscono dei contenuti attraverso i mezzi più moderni, come internet o il mobile. Un fetta di popolazione cresciuta dell’11% dal 2007, fino a toccare quota 15 milioni. Sono appunto i technofan. Così almeno vengono identificati dall’Osservatorio Nielsen dei contenuti digitali, che ha presentato i dati del 2010 in un incontro organizzato da Confindustria Cultura Italia. Sono tanti, distribuiti tra tutte le fasce d’età , e consumano poca cultura. Comprano al massimo un prodotto all’anno e sono meno interessati della media alla lettura di libri e ad essere informati. Esattamente l’opposto di sofisticati e tradizionalisti, poco avvezzi alla tecnologia, ma inclini alla conoscenza, che sono 18 milioni di persone, diminuiti del 2% in tre anni. Così come gli eclettici, 6 milioni di persone, in calo appunto del 2%, che hanno grande dimestichezza con le nuove tecnologie e sono disposti a spendere per il sapere. Il vero smottamento riguarda però il gruppo dei Tv People, composto da quasi 14 milioni di persone che non amano né tecnologia, né cultura, che si è ridotto del 5%, a tutto vantaggio dei technofan. Il risultato finale, a conti fatti, è che l’Italia, già  poco assetata di sapere, appare un po’ più ignorante. Gli operatori del settore, che si sono riuniti per discutere anche delle nuove opportunità  legate allo sviluppo del digitale, possono vedere però il bicchiere mezzo pieno, perché diminuisce la fetta di popolazione meno incline a mettere mano al portafogli per la cultura. Inoltre, dalla ricerca emerge che il 40% degli italiani appare disposto a pagare per ricevere via Internet o mobile, film, musica, quotidiani o libri. Una propensione che si sta affermando soprattutto nella fascia tra i 25 e i 44 anni. I giovani, inoltre, vanno sempre più sui social network e sui siti di condivisione di musica o video, che sembrano sostituire i meno diffusi sistemi di file sharing. Si aprono, insomma, nuove opportunità  di mercato, ma cresce anche il rischio pirateria, il nemico da battere per le industrie culturali. “C’é una forte volontà  di tutelare le imprese del settore – assicura il capo segreteria del ministero dello Sviluppo economico, Stefano Selli – Uno dei principali freni ad ogni tipo di misura è però l’ostilità  del mondo di Internet, che scambia l’anarchia per libertà “. Un’ostilità  montata negli ultimi tempi nei confronti del regolamento attuativo del decreto Romani sui servizi media audiovisivi all’esame dell’AgCom. “Con l’Autorità  abbiamo avviato una collaborazione importante – afferma il direttore di Confindustria Italia, Lamberto Mancini – La soluzione amministrativa, più che quella penale, può rappresentare davvero la soluzione al problema”. (ANSA).
CAS/ S0B QBXB