FARMACI: ALLARME WEB, 1 SU 3 LI COMPRA ONLINE; 50% SITI ILLEGALI

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FARMACI: ALLARME WEB, 1 SU 3 LI COMPRA ONLINE; 50% SITI ILLEGALI

(AGI) – Roma, 18 nov. – Farmacie addio: è boom per la vendita di farmaci online, con oltre un italiano su tre che acquista medicinali su internet sulla base di presunte garanzie di sicurezza, economicità  e anonimato (e le pillole contro le disfunzioni sessuali sono solo la punta dell’iceberg). Peccato che oltre il 50 per cento dei farmaci commercializzati sul web sia contraffatto, e venga venduto da siti illegali, con tutti gli immaginabili rischi per la salute. E’ l’allarme lanciato da un’indagine conoscitiva sul fenomeno della contraffazione e dell’e-commerce farmaceutico promossa dalla Commissione Igiene e Sanità  del Senato e presentata oggi dal presidente della commissione Antonio Tomassini, il vicepresidente Daniele Bosone e il relatore Luigi D’Ambrosio Lettieri. “Le competenti autorità  di controllo e vigilanza – si legge nel rapporto – hanno accertato che una percentuale elevatissima di farmaci acquistati attraverso questi canali di vendita ha concentrazioni di principio attivo non corrispondenti a quelle dichiarate, contiene sostanze diverse da quelle dichiarate e, in alcuni casi, non contiene alcun principio attivo; l’85 per cento dei siti non chiede la prescrizione per la vendita dei farmaci, anche quando è obbligatoria per legge, mentre per l’8 per cento dei siti è sufficiente una ricetta inviata via fax e quindi ad alto rischio di falsificazione”. Anche in Italia, sebbene la rete di distribuzione farmaceutica “sia considerata tra le più sicure, grazie anche al sistema di tracciabilità  del farmaco realizzata attraverso il bollino ottico, che consente il monitoraggio dei farmaci, dalla produzione alla dispensazione in farmacia, garantendo all’utente un elevato livello di sicurezza”, si registra “una sempre maggiore proliferazione in rete delle cosiddette “farmacie virtuali”, farmacie illegali, che operano a livello internazionale tramite transazioni commerciali con singoli soggetti”. (AGI) Pgi (Segue)

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(AGI) – Roma, 18 nov. – Nel vasto panorama del web, figurano anche farmacie legali, presenti però solo in pochi paesi (in Europa, Regno Unito e Germania), mentre non è raro imbattersi in false farmacie, che i farmaci non li vendono proprio, e “si mascherano dietro lo schermo di una farmacia online solo per attirare le vittime cui sottraggono l’identità  informatica, i dati della carta di credito e altre informazioni utili”. Ma nella maggior parte dei casi si registrano le farmacie illegali, che “distribuiscono farmaci contraffatti e non autorizzati”. Ma le truffe informatiche in Italia si stanno organizzando anche attraverso altri canali: “Sempre più spesso – si legge nel rapporto – le forze di polizia scoprono l’esistenza di “intermediari sul territorio”, che si approvvigionano su internet di farmaci illegali per poi rivenderli attraverso negozi non autorizzati: questi “agenti locali” di fatto permettono di superare alcune delle barriere sopra citate, facendo sì che il paziente poco propenso ad acquistare farmaci attraverso Internet possa comunque reperirli, con meno rischi economici e una maggiore tutela, attraverso contatti personali (in palestra, nel sexy shop o altrove)”. Spesso poi i distributori di farmaci contraffatti ‘dribblano’ le dogane con vari stratagemmi: “Negli ultimi mesi è stato registrato un naturale spostamento dei contraffattori dal settore dei farmaci “con marchio” a quello dei “generici asiatici”: per eludere le maglie dei controlli doganali, che si stringono su stimolo degli “aventi diritto” per ostacolare i prodotti che violino i marchi commerciali, i criminali preferiscono imitare oggi i prodotti senza marchio, per i quali le dogane non hanno in genere motivo di intervento, a meno di un coinvolgimento diretto delle autorità  sanitarie”. Per contrastare il fenomeno, la Commissione suggerisce, anzitutto, ovviamente, di intensificare i controlli alle frontiere e di promuovere campagne informative sui rischi, ma anche il riconoscimento di Impact Italia, la task-force anticontraffazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  (OMS), come unico riferimento nazionale con il coinvolgimento anche di esperti del settore. Infine, lo sviluppo di strumenti normativi ad hoc per le forze di polizia, e la centralizzazione di analisi e investigazioni online. (AGI) Pgi