Nove mesi di conti della carta stampata

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Taglia qua, taglia là , i principali editori italiani di carta stampata riescono a puntellare i bilanci e, considerata la congiuntura, a chiudere i primi nove mesi dell’anno in maniera decente. Con qualche eccezione, i fatturati sono stabili o in leggero calo, con una ripresina della pubblicità  a compensare l’ulteriore limatura dei ricavi da diffusione e i collaterali in ulteriore discesa.
Vediamo nel dettaglio i risultati dei primi nove mesi dell’anno dei sette grandi editori quotati in Borsa.
RCS MEDIAGROUP. Dopo il grande freddo della crisi, il gruppo guidato da Antonello Perricone ha finalmente vissuto un’estate calda, con la pubblicità  in recupero del 9,2% nel trimestre da luglio a settembre. Una boccata d’ossigeno che, unita al taglio dei costi (209 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno), ha permesso a Rcs di tornare sopra il pelo dell’acqua, con 1.664 milioni di ricavi e un utile di 0,7 milioni. Che sembra poca cosa solo se non lo si paragona ai 70 milioni di perdita dei primi nove mesi dell’anno scorso. Ancora in calo i ricavi diffusionali, con l’aumento del prezzo del Corriere della Sera vanificato dalla perdita di fatturato nei collaterali.
MONDADORI. Più Fabio Volo e Ken Follett che Grazia e Panorama: il mercato dei periodici continua a stentare, ma al gruppo di Segrate riescono a far tornare i conti grazie all’ottima performance dei libri (se ne vendono meno, ma con margini più vantaggiosi) e al taglio generalizzato dei costi. Risultato: un giro d’affari praticamente fermo a 1.130 milioni di euro, con un utile netto di 30 milioni, che sarebbe praticamente raddoppiato rispetto al 2009 se non fosse per alcune poste straordinarie. Le vendite di magazine sono scese di un altro 2,9%, in compenso Mondadori è l’unica che può vantare un buon risultato con i collaterali: dvd, cd e libri allegati alle riviste mettono a segno un progresso dell’1,4%.
 
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 411 – novembre 2010