Attenti a chi droga il mercato degli ascolti

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“Nel caos si assiste a una gara a chi la spara più grossa. E in assenza dell’indagine ufficiale c’è il rischio che il mercato radiofonico venga drogato da patacche spacciate per quadri d’autore. A più riprese vengono diffuse notizie in modo irresponsabile su ricerche parziali e mirate,   confuse con rilevazioni rappresentative della popolazione italiana”. Il direttore di Radio2 Rai, Flavio Mucciante, è infuriato con quegli editori radiofonici che, dopo quasi due anni di assenza di rilevazioni nazionali Audiradio, diffondono dati di ascolto provenienti da altre fonti. “Lo stallo di Audiradio è un danno sia per gli ascoltatori che per il mercato. La Rai lavora per trovare una composizione e anche l’intervento dell’Agcom potrà  contribuire a restituire agli operatori del settore e ai pubblicitari scelte condivise e ‘fotografie’ delle reali quote di mercato al di sopra di ogni sospetto. Del resto, il Panel Diari è stato sospeso nel 2010 per critiche sul campione di riferimento e non sul metodo ed è un sistema che ha già  ampiamente dimostrato la sua piena affidabilità . Negli Stati Uniti è in uso addirittura dal 1965. È necessario guardare al futuro senza pregiudizi, sfruttando tecnologia e innovazione. In molti casi, sembra, invece, che i sostenitori della Cati, la vecchia indagine telefonica, pur di fare i loro interessi vorrebbero tornare a vendere apparecchi a transistor”.
Insomma non se ne esce: da una parte Radio Rai che difende i Diari, dall’altra un gruppo di network che ne disconosce la validità  e chiede a gran voce il ripristino del sistema Cati. Nel frattempo, però, il mercato pubblicitario reclama dati freschi e gli editori privati sopperiscono all’assenza di Audiradio offrendo quelli realizzati da istituti di ricerca come Gfk Eurisko e Ncp Ricerche. Voi come vi regolate? “L’ultimo dato disponibile è quello dei Diari, che è stato sospeso, dove Radio2 aveva segnato la più alta performance tra i network nazionali, passando al quarto posto in classifica”.

L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 416 – aprile 2011