TV: MENTANA, IL TG1? ME LO OFFRIRONO MA HO DETTO NO
(AGI) – Roma, 3 mag. – “Il Tg1? Me lo offrirono ma io ho detto no e al Tg5 non ci tornerei”. Cosi’ Enrico Mentana in una intervista a Vanity Fair che gli dedica la copertina del numero in edicola dal 4 maggio. La direzione e conduzione del Tg di La7 affidata al popolare giornalista si e’rivelata un’arma vincente: Enrico Mentana ha quadruplicato gli ascolti e da’ sempre piu’ filo da torcere. E dalle pagine di Vanity, Mentana rivela alcuni dettagli come quelli di aver detto appunto ‘no’ alla conduzione del Tg1 o che in passato gli era stata offerta la direzione di vari quotidiani, “La Stampa e l’Unita’, tra gli altri”. Mentana, riferendosi sempre al Tg della rete ammiraglia della Rai, racconta che l’offerta e’ stata fatta due volte ed ha rifiutato, “perche’ – spiega – ci ho lavorato nove anni, so come funziona. In Rai tornerei solo se mi venisse garantita la liberta’ di non rispondere al telefono ai politici. Una cosa che non concederanno mai. Io sono l’unico direttore di Tg che non vota. La politica oggi e’ raccontata da piccoli fatti che non c’entrano con la passione. Per questo tante storie private, di sesso e tradimenti, prendono piede: un tempo non e’ che fossero piu’ casti, ma avevano piu’ argomenti. Oggi la politica e’ solo l’arte del prevalere”. Riferendosi poi alla sua lunga esperienza al Tg5 Mentana sottolinea: “Nessuno mi ha mai detto che cosa dovevo o non dovevo fare. La mia liberta’ si cibava del successo. Magari la telefonata c௠¿ ½era: ‘Guarda che questa cosa da’ fastidio’. Ma, se era una notizia, la davo lo stesso. Quando a Berlusconi ha fatto comodo avere un Tg che facesse piu’ i suoi interessi politici, mi ha sostituito”. E a proposito della sua sostituzione, a fine 2004, seguita cinque anni dopo dalla rottura con Mediaset sul caso Englaro dice: “Ma io non ho fatto nulla per alimentare questa sindrome da conte di Montecristo: non ci sono ruggini o velleita’ vendicative. Se Berlusconi fa una cosa giusta lo diciamo, se fa una c…. anche. Statisticamente, succede di piu’ la seconda”.(AGI) red/Mld (Segue)
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(AGI) – Roma, 3 mag – Il successo del suo Tg Mentana lo spiega con il fatto che “ci sono piu’ pubblici. C’e’ ancora chi segue Avetrana, ma c’e’ una fetta, neanche marginale, che vuole altro. Chi mi ferma per strada dice sempre la stessa frase: ‘Grazie, perche’ mi ha restituito il gusto di vedere un vero telegiornale’. C’era spazio per rifare un Tg come era vent’anni fa – spiega Mentana – prima che a cambiarlo arrivasse un vento a cui io, con la nascita del Tg5, ho fortemente contribuito”. La7, sottolinea il giornalista ha un budget che e’ “forse un quarto di quello del Tg5. Ma piu’ che i soldi fanno le idee”. E lo stipendio? “Quando stai fermo a lungo e ti arriva un’opportunita’ come questa, lavori anche gratis. Dall’editore, Telecom, ho accettato uno stipendio che e’ alto, per carita’ (320 mila euro lordi), ma che e’ un quinto di quello che prendevo a Mediaset dopo tanti anni di lavoro. Pero’ ho chiesto a La7 un premio di risultato per ogni punto di share di crescita. Quindi probabilmente guadagnero’ parecchio”. Riferendosi poi al Tg1 di Minzolini, Mentana lo definisce “Orgogliosamente filogovernativo, diverso da quelli di Rossella e Mimun, allineati ma non di battaglia. E’ una rivoluzione perche’, prima di lui, il Tg1 cambiava solo per un 20% a seconda del partito che saliva al governo. E la sta pagando: i telespettatori antiberlusconiani vanno a cercare altro”. Parlando poi del Presidente del Consiglio Berlusconi, Mentana dice: “Ha monopolizzato la politica italiana negli ultimi vent’anni, anche a causa della debolezza dei suoi avversari. A volte irrita, a volte diverte”. (AGI) red/Mld