INTERNET: LA CHIESA E’ APERTA AI NUOVI MEDIA
(AGI) – CdV, 3 mag. – “Le nuove tecnologie aprono possibilita’ enormi, ma vanno vissute con un atteggiamento di dialogo rispettoso”. All’indomani dell’incontro con 150 blogger riuniti in Vaticano per il primo meeting loro dedicato, il presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, monsignor Claudio Maria Celli, e’ intervenuto questa mattina a Roma al seminario “Parola e parole”, organizzato dall’Azione Cattolica, ricordando l'”esperienza particolarmente viva” vissuta proprio ieri. “Le nuove tecnologie – ha sottolineato monsignor Celli – mettono di fronte a noi possibilita’ prima inimmaginabili”. Il presidente del dicastero vaticano ha rilevato come “apparteniamo a una Chiesa che “e’ comunicazione, non fa soltanto comunicazione: anzi, se non comunica non e’ Chiesa”. E non si tratta di “comunicazione intellettuale”, quanto piuttosto “nella sua globalita’ e’ comunicazione al mistero d’amore di Dio”. “La stessa celebrazione eucaristica – ha precisato – e’ un momento di comunicazione, cosi’ pure l’azione caritativa, perche’ dice al mondo cos’e’ la Chiesa”. Infine, “anche il silenzio e’ comunicazione”, ha osservato monsignor Celli ricordando l’ultima apparizione pubblica di Giovanni Paolo II: non poteva piu’ parlare, eppure “comunicava all’uomo un messaggio che era grazia e ricchezza”. (AGI)
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(AGI) – CdV, 3 mag. – Da qui l’invito a “recuperare il valore comunicativo del silenzio”. “L’indifferenza”, la “sacralizzazione della tecnica”, il “linguaggio”, sono le “tre sfide culturali da non subire, ma interpretare creativamente” nel contesto dei nuovi media digitali secondo monsignor Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, intervenuto al seminario promosso dall’Azione Cattolica. Indifferenza “e’ il concetto dell’indistinzione, dove nulla ha valore in se'”; “una cultura dell’indifferenza – ha messo in guardia monsignor Pompili – finisce per essere giocata sull’emotivita’ dell’istante”. In secondo luogo la “sacralizzazione della tecnica”: l’uomo, ha rilevato, “corre il rischio di cadere in nuove forme d’idolatria, dove la fede e’ dominante”. Ma “la tecnica, scrive Benedetto XVI, e’ un fatto umano, e chiede – ha sottolineato il sottosegretario della Cei – di non essere abbandonato a se stesso”. Infine il linguaggio, che “non e’ qualcosa di esterno, ma ‘la casa da abitare’, il contesto vivente e pulsante” nel quale si esprimono “i pensieri e le inquietudini”. Ma “se il medium e il messaggio e la tecnica una forma di approccio alla conoscenza, allora oggi – ha concluso – si possono aprire inedite possibilita’ di penetrare il mistero dell’umano a partire proprio dal nuovo ambito digitale”. “Vivere la fede, amare la vita”, tema della prossima assemblea nazionale dell’Azione Cattolica, “vuol dire proprio saper mettere insieme la Parola e le parole”, ha sottolineato da parte sua il professor Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, ricordando che l’impegno dell’associazione “si situa sulla linea dell’evangelizzazione, nella consapevolezza che l’annuncio cristiano cambia la vita e rende le persone autenticamente tali”. “Non c’e’ formazione veramente cristiana che non sia pienamente umana”, ha aggiunto, e se “oggi e’ sempre piu’ difficile e complesso l’incontro tra fede e vita”, “per noi amare la vita significa amare le persone” e “mettersi a servizio nell’impegno politico, nell’associazionismo e nel volontariato”. (AGI) Siz