SGARBI: COLPA MIA, POTEVA ESSERE UN MATRIMONIO E’ STATO FUNERALE
(AGI) – Roma, 19 mag. – (di Enzo Castellano) Poteva essere un matrimonio e invece e’ stato un funerale. Secco, com’e’ abituato ad essere, Vittorio Sgarbi rompe gli indugi e in una conferenza stampa che sara’ poi torrenziale, pure questo prevedibile ampiamente, commenta il flop della prima puntata del suo programma andato in onda in prima serata ieri su Rai1. “Non credo alla congiura – dice subito il critico d’arte e sindaco di Salemi -, la Lei non ha giocato contro di me, e’ stata tutta colpa mia, ho osato troppo. Il mio programma e’ morto, ma non io non sono morto”. E ancora: “avrei dovuto accettare i consigli di chi mi diceva di andare in seconda serata o su Rai2”. Uno di questi ‘consigliori’ era Lucio Presta, agente storico di personaggi di punta della televisione, “lui che se ne intende mi aveva dato questo suggerimento, non l’ho seguito”. La conferenza stampa, tenuta con parte del gruppo di autori in un albergo a due passi da Montecitorio, e’ stato un continuo ripercorrere la puntata di ieri del programma. “E’ difficile capire le ragioni. Della trasmissione di ieri avrei cambiato solo il ritmo”, dice Sgarbi, che non lesina attacchi a un pubblico di telespettatori che “evidentemente preferisce ‘Chi l’ha visto?’ dove si parla della signora Melania, evidentemente quel programma e’ stato seguito da chi comprensibilmente era piu’ interessato alla morte. Che questo faccia giubilare Giulietti, che interviene con cadenza puntuale, mi sembra davvero strano”. Sgarbi ha insistito su questo tema: “Chi l’ha visto? E la morte di Melania sono motivi d’interesse rispetto alla difesa del paesaggio, alle mille polemiche che ho fatto in difesa della bellezza che e’ devastata. Forse occorre – ha detto tra il serio e l’ironico – occorre una puntata di ‘Chi l’ha visto?’ sul paesaggio che non c’e’ piu’…”. E comunque, “se ho perso la serata contro la drammatica vicenda della signora Melania sono felice di averla persa. Vorra’ dire che andremo in onda di notte. Non ho ascoltato i consigli di Presta e degli altri perche’ amo la sfida”. (AGI) Vic (Segue)
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(AGI) – Roma, 19 mag. – Sgarbi ha ribadito che della trasmissione cambierebbe solo i ritmi “ma non i contenuti. La puntata successiva (ora annullata per decisione del direttore di Rai1 e su cui lo stesso Sgarbi ha detto di aver convenuto, ndr) avrebbe toccato piu’ direttamente l’argomento dell’arte. Comunque non sono ne’ pentito ne’ deluso. Io sono come la famosa terza pagina dei giornali di una volta, la pagina della cultura, che adesso si trova, ad esempio accade nel Corriere della Sera, a pagina 55, oppure nelle pagine dietro di altre testate. Ci sara’ una ragione perche’ sia cosi’…”. E ancora: “Avrei dovuto forse fare una trasmissione in cui toccavo il tema Berlusconi? Non l’ho citato una sola volta, e’ argomento complicato Berlusconi, e comunque non mi sembrava dovesse essere trattato. Mi viene da dire che se Saviano ha successo parlando di mafia e non parlando di energia, vuol dire che abbiamo visioni diverse. Per lui e’ quello di combattere un modello di mafia che ha i suoi riferimenti locali”. Sgarbi ha piu’ volte sottolineato “non piego il capo e non ho intenzione di cedere” e toccando diverse volte anche il tema di questi giorni circa presunte vicende mafiose in terra di Salemi, “chiedero’ ai giornali di dimostrare quanto scritto. La mafia a Salemi non c’e’, non esiste. C’e’ Giammarinaro, il parafulmini per tutti quelli che devono parlare di mafia. Io non ho preso ordini da nessuno”. Secondo il critico d’arte, “affidarsi a me e’ stato un atto di fiducia da parte della Rai, pero’ io sono un solista centometrista. Tocco temi che forse non vanno. Ci sara’ una ragione perche’ Giletti, la D’Urso ed altri hanno fatto decine e decine di puntate su Sarah Scazzi”. Pero’ non getta la spugna: “Tornero’ in prima serata, statene certi, e parlero’ di arte. Dipende dalla considerazione di quello che dobbiamo fare. I cittadini devono avere quello che rimanda ai valori assoluti e non quello che da’ compiacimento. Sono convinto che la prima serata televisiva debba parlare di cultura”, e lanciandosi in una sorta di interrogazione ai giornalisti, alla pecca di uno di questi ha replicato “il fatto che un giornalista non sappia chi e’ Piero della Francesca e’ imperdonabile!”. (AGI) Vic (Segue)
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(AGI) – Roma, 19 mag. – Il fiume in piena ha toccato anche la vicenda Ruby: “Fare le puntate su Ruby e le ragazze di Arcore e’ insostenibile”. Poi nuovamente e’ tornato sulla decisione della rete: “Sono convinto che la Rai abbia fatto bene a chiudere il programma, perche’ loro ragionano sullo share e non sulla cultura. Mi pare giusto parlare una volta all’anno di cultura…”. Uno sbaglio che Sgarbi non si perdona e’ quello di “aver personalizzato la prima puntata. Tutti gli errori sono miei. Ho ritenuto di portare le cose che reputavo importanti. Evidentemente ho sbagliato, avrei dovuto portare le mie riflessioni sulla banda della Magliana o sullo stile di vita sessuale di Berlusconi…”. Sgarbi ha riferito di non aver avuto alcun confronto sulla trasmissione con il nuovo direttore generale della Rai, Lorenza Lei, “che conosco comunque da anni”. Con Mauro Masi, all’epoca dg a viale Mazzini, “non si e’ posto il problema del contenuto del programma. Poi, nei giorni scorsi, a ridosso del via mi e’ stato fatto sapere che il titolo non andava bene, che il tema della prima puntata – Dio – non andava bene e la data prefissata per la messa in onda neppure. Sono andato a trattare quindi con Mazza e il vice direttore generale Marano…”. “La logica del profitto e’ sbagliata, la logica del mercato non vale per la musica classica, per il teatro, l’opera, ma per la tv si’. Se diamo solo cose compiacenti al pubblico facciamo diseducazione”. Infine, “la trappola me la sono fatta da solo. Sono un colpevole non pentito, sono anomalo e felice. Non sono interessato a Berlusconi se non per dire che e’ lecito che la sua vita privata sia solo sua. Il mio programma e’ morto ma non sono morto io. Evidentemente dev’essere una Rai in cui si parla per 100 giorni della bimba uccisa. Pero’ sono io il colpevole!…”. (AGI) Vic