Si dice che stia studiando da direttore del ‘Corriere della Sera’. “Chiacchiere. Con John Elkann stiamo pensando ai prossimi cinque anni”, risponde Mario Calabresi, da due anni direttore della ‘Stampa’, che spiega come ha ristrutturato il quotidiano per eliminare 24 milioni di perdite e racconta i progetti in cantiere.
“Quando John Elkann mi ha offerto la direzione della ‘Stampa’, ha parlato chiaro. Mi ha detto che per lui l’editoria non è un’attività filantropica. A Elkann non interessa il giornale come strumento di giochi politici o scambi di potere. Lui ha una vera passione per l’editoria, conosce bene come è il mercato oggi e mi ha detto chiaramente che non poteva pensare di continuare a metterci dentro soldi e a perderci tutti gli anni”, racconta Calabresi.
“Sapevo che era necessaria una ristrutturazione e mi sono impegnato fin dall’inizio su come e dove tagliare. Ero fresco dell’esperienza americana, dove avevo visto i disastri fatti al ‘Washington Post’ o al ‘Los Angeles Times’, con tagli che avevano minato la qualità informativa delle due testate”, spiega Calabresi. “Alla ‘Stampa’ era necessario che tutti condividessero quello che si stava facendo, perché in ballo c’era la possibilità di continuare a fare del buon giornalismo e di farlo in piena libertà . E ci compravamo anche la garanzia di stare in questo gruppo, perché sul mercato ci sono acquirenti interessati a un giornale che pesa nell’opinione pubblica come ‘La Stampa’”.
Ora che il 2010 si è chiuso con 300mila euro di utili, alla ‘Stampa’ è partito un piano d’investimenti. “Un impegno economico notevole che l’editore ha deciso di fare, indispensabile per arrivare a una buona integrazione tra prodotti editoriali diversi, dal giornale di carta al web, all’iPad, eccetera”, sottolinea il direttore. “Abbiamo scelto la piattaforma multicanale Méthode, che utilizzeremo per l’intero processo produttivo redazionale. Crediamo così tanto all’integrazione che abbiamo deciso perfino di lasciare via Marenco e cambiare sede”.
Sulla rampa di lancio della ‘Stampa’ adesso c’è il sito Vatican Insider. “Un nuovo canale in italiano, inglese e spagnolo, per un target internazionale che va dalla Corea del Sud agli Stati Uniti”, anticipa Calabresi. “Informazione con un taglio rigorosamente laico ma firmata da grandi specialisti della Chiesa e del Vaticano. E un modello di business nuovo: il sito sarà a pagamento e garantirà agli abbonati in esclusiva tutte le notizie per 24 ore, dopo di che quell’informazione diventerà gratuita per tutti”.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 417 – maggio 2011