Tlc/ Bernabè: Banda larga di Stato? Così non si può investire
Da tavolo Romani una rinazionalizzazione (Corsera)
Roma, 9 giu. (TMNews) – No alla banda larga di Stato. Per il presidente di Telecom, Franco Bernabé, un “intervento diretto del pubblico” porterebbe la situazione “indietro di 15 anni al ministero delle Poste e telecomunicazioni”.”Da nessun’altra parte c’è un intervento diretto del pubblico.Ma se lo Stato vuole tornare ad essere imprenditore va benissimo: ha Infratel e lo faccia per conto suo”, afferma Bernabé, in un colloquio con il ‘Corriere della Sera’. Il presidente Telecom punta il dito verso l’acquisto di una partecipazione in Metroweb da parte di F2i, “cioè uno dei principali veicoli partecipati dalla Cdp: mi chiedo” come questa operazione si inserisca “nel tavolo Romani. Lo Stato deve decidere se vuole tornare a fare l’imprenditore o no”.Bernabè lamenta il blocco degli investimenti in banda larga e ultra banda larga. “La situazione è paradossale, abbiamo un piano di investimenti su 13 città nel 2011 e 125 città entro il 2018 e siamo trattenuti dall’andare avanti da vincoli rappresentati dalla regolamentazione e dai vincoli di quei tavoli che ci impediscono di accelerare i tempi”, sostiene il presidente di Telecom. Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani ha istituito infatti un tavolo tra gli operatori per definire le regole della governance della nuova società pubblico-privata che dovrebbe gestire la nascita delle Ngn, la rete di nuova generazione in fibra che dovrà prendere il posto di quella attuale in rame. Ma il Paese non si può “fermare in attesa che si trovi la quadra come dicono i politici”, rincara Bernabè.
Cos
090929 giu 11