Lorenzo Sassoli, che sta organizzando la prossima assemblea dell’Upa sul tema della complessità della comunicazione nell’epoca delle nuove tecnologie, ha sperimentato sulla sua Valsoia gli effetti devastanti di notizie farlocche diffuse da politici Internet e media sui cetrioli, soia, broccoli e altri germogli come vettori di infezione da Escherichia Coli.
“Siamo passati da Gutenberg a Zuckerberg”, dice Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Upa, il potente organismo associativo che riunisce le più importanti e prestigiose aziende industriali e commerciali e di servizi che investono in pubblicità e che il 6 luglio prossimo vedrà riuniti in assemblea i suoi componenti su un tema (‘Che mi dici di nuovo? I linguaggi del presente, del futuro, del possibile’) ormai centrale per chiunque si occupi di comunicazione. A dominare la scena saranno due esperti con visioni differenti: da una parte il grande specialista di linguistica cognitiva, l’americano George Lakoff, e dall’altra Paris Kafantaris, vice presidente marketing della Procter & Gamble, chiamati a fare il punto sull’evoluzione della comunicazione e dei suoi linguaggi in un’epoca in cui la complessità dei media rischia di creare cortocircuiti molto pericolosi. Basti pensare a quel che è successo – e sta ancora succedendo – sulla questione sanitaria del batterio E. Coli. L’allarme lanciato da politici e media, nonostante la sua inconsistenza e infondatezza, ha già travolto settori non marginali dell’economia ortofrutticola. L’accusa, poi rivelatasi del tutto infondata, che i responsabili dell’avvelenamento fossero i cetrioli, ne ha portato al macero 200mila nella sola Spagna. Man mano il ‘dalli all’untore’ è passato a colpire l’insalata, le carote, i piselli, la soia e ora gli hamburger. I giornali e i telegiornali si sono sbizzarriti in ipotesi fantasiose, sostenute peraltro da dichiarazioni di uomini politici che per uscire dall’imbarazzo non hanno trovato di meglio che accusare questo o quell’ortaggio. Nell’anarchia internettiana, poi, il tam tam di leggende e immaginazioni si è diffuso a una velocità impressionante. L’ha sperimentato in prima persona Lorenzo Sassoli de Bianchi, che nel 1990 ha fondato la Valsoia, società specializzata nella produzione di alimenti vegetali che sfrutta le elevate proprietà nutrizionali della soia rispondendo a una domanda sempre crescente di salute e benessere.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 418 – giugno 2011