Cinema/Fandango punta su film sulla Diaz e opere tratte da libri

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Roma, 1 lug. (TMNews) – Otto film d’autore di cui cinque italiani, tra cui spicca quello di Daniele Vicari sui fatti della Diaz a Genova nel 2001, “Diaz. Don’t clean up this blood”. Sono queste le proposte per la prossima stagione di Fandango, la casa di distribuzione fondata da Domenico Procacci, che nel suo listino non ha neanche una commedia, anche se questo genere in Italia oggi fa il pieno di incassi: “La commedia non può essere l’unico modo di raccontare l’Italia: va bene che ce ne siano e che gli incassi crescano, ma quei film rappresentano un fenomeno passeggero e non hanno un mercato estero” ha affermato Procacci. Il titolo di punta della prossima stagione è sicuramente il film di Vicari, per il quale Fandango non ha trovato in Italia cofinanziatori e che produrrà  con una società  francese e una romena. “Sapevo che sarebbe stato un film difficile, ma non mi aspettavo nessuna collaborazione: la Fandango copre il 70% delle spese e quindi il film sarà  un film indipendente” ha affermato Procacci. Vicari sta girando in studio in Romania per contenere i costi e perché “sarebbe stato difficile girare per diverse notti nella strada davanti alla Diaz” ha spiegato Procacci. Le riprese si svolgeranno per altre sei settimane negli studi di Bucarest poi continueranno per una settimana a Genova. Nella prossima stagione Fandango porterà  sullo schermo anche tre film tratti da altrettanti romanzi italiani: “Gli sfiorati” di Matteo Rovere, tratto dal libro di Sandro Veronesi, “Ruggine” di Daniele Gaglianone, dal romanzo omonimo di Stefano Massaron, “Il Paese delle spose infelici” di Pippo Mezzapesa, tratto dal libro di Mario Desiati e anche la pellicola “On the road” diretta da Walter Salles, dal celebre libro di Jack Kerouac. Sempre distribuiti da Fandango saranno il film d’esordio del fumettista Gianni Pacinotti, “L’ultimo terrestre”, e due film stranieri sull’attualità : “La fuga” di Joshua Marston, sulla faida tra due famiglie albanesi, e “Il sentiero” di Jasmila Zbanic, sullo scontro tra amore e fondamentalismo religioso.