EDITORIA:ULTIMA CHIAMATA SU CRISI, DA RAI A INTERCETTAZIONI
ROMA
(ANSA) – ROMA, 5 LUG – “Un comitato regionale per la libertà d’informazione che unisca sindacati e società civile nel dire sette ‘si’, dalla riforma della Rai alla legge sul conflitto d’interessi”. E’ la proposta dell’Associazione stampa romana, promotrice dell’incontro Informazione: ultima chiamata. Proposte per contrastare l’emergenza editoria, che ha raccolto oggi rappresentanti dei lavoratori (Ugl, Slc Lazio, Usigrai, Fistel Cisl), Federazione Nazionale della Stampa, Ordine dei Giornalisti, professionisti e giuristi come Stefano Rodotà . “L’informazione è un bene pubblico a rischio nel nostro paese – spiega il segretario dell’Asr Paolo Butturini – La vicenda P4 non è che l’ultimo di una catena di problemi che ha investito l’intero settore” già “stressato da stati di crisi senza progetti e da molteplici conflitti di interessi”, penalizzato “da un mercato asfittico e da un tragico ritardo nell’innovazione” e “flagellato dall’invadenza della politica”. Una situazione di stallo che “non riguarda solo la Rai, ma l’intera editoria e poteri di controllo come la magistratura”. Ecco dunque l’idea di un “pacchetto riformatore” che parte dai ‘no’: alla riproposta del decreto sulle intercettazioni, alla delibera dell’Agcom “che tende a censurare la rete in modo non costituzionale, comprimendo la libertà d’informazione e d’espressione”. Ma anche per “costruire una grande alleanza” che sfidi “la politica a tornare a fare il suo mestiere” con sette ‘si’ per altrettante urgenze: riforma dell’Ordine dei giornalisti e della legge sull’editoria, revisione delle norme sul precariato di settore e del codice civile e penale sulle querele (“strumento per intimidire”), una legge sul conflitto d’interessi e una sull’antitrust, riforma della Rai. “A questo – dice Butturini – si aggiunge la necessità di investimenti per le infrastrutture della comunicazione”. La costituzione di un comitato regionale servirà a diffondere la chiamata tra la società civile (come già per gli appelli della cultura contro i tagli al Fus), ma, avverte Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto FNSI, “se non ci sono anche imprenditori e potere politico in grado di assumersi i propri compiti rischiamo di porci obbiettivi irraggiungibili. L’allarme che va lanciato non è solo di natura sociale, perché nel nostro settore più che in altri le conseguenze attengono a livello della democrazia”. A dire con forza ‘no’ ad ogni ‘legge bavaglio’, anche Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, che propone una class action contro l’addio alla Rai di alcuni professionisti dell’informazione. (ANSA).