De Benedetti? Il suo è un capitalismo cannibale, non pontifichi
Roma, 13 lug. (TMNews) – Sono “molto istruttive” le pagine che motivano la decisione della Corte d`appello di Milano che ha condannato Fininvest a risarcire la Cir di De Benedetti: Marina Berlusconi nell`intervista che ‘Panorama’ pubblica nel numero in edicola da domani commenta la sentenza e afferma di aver letto “con molta attenzione” le 283 pagine scritte dai giudici. E conclude: “Alla fine non si può che arrivare a un`unica, ragionevole certezza: in Italia non esiste più la certezza del diritto”.
“Questa è una sentenza assurda, non si vede neppure l’ombra – sostiene Marina Berlusconi – di un pur minimo collegamento con la realtà . E` stato fatto scempio della verità e si sono piegate le regole del diritto a logiche che sono totalmente estranee ai criteri di equità . Ma riusciremo a sopportare anche questa enorme ingiustizia. Ci siamo abituati, noi Berlusconi. Non è la prima volta che ci succede, ci hanno già provato in passato anche con altri tentativi di esproprio più o meno mascherato”.
Marina Berlusconi contesta nel dettaglio la ricostruzione fatta dai giudici, ripercorre l`iter della decisione e afferma che “da ogni pagina delle motivazioni emerge chiaramente l`intenzione di condannarci ‘a prescindere'”. Ricorda “la delusione” e “l`amarezza” di suo padre per la spartizione della Mondadori, nel 1991, spartizione “che ci venne imposta dalla politica. Fu una vera e propria estorsione”. “De Benedetti invece era letteralmente raggianteà dalla spartizione non ricevette alcun danno, ma solo benefici”.
Su De Benedetti, vincitore della causa civile discussa alla Corte d`appello di Milano, la manager, tra l`altro, dichiara: “Il suo è un capitalismo cannibale, basta guardare alla sua straordinaria capacità non di creare ma di distruggere, di non produrre benefici per tutti ma vantaggi solo per se stesso. Lo conferma la sua parabola, costellata di fallimenti industriali – a cominciare da quello, storico, dell`Olivetti – di incursioni manageriali molto discusse come i quattro mesi alla Fiat o i 40 giorni all`Ambrosiano di Roberto Calvi, di scorribande finanziarie con contorno di parenti stretti sanzionati per insider trading. Per non parlare delle tante scommesse politiche perdute in malo modo”. Poi aggiunge: “Di sicuro l`ingegner De Benedetti è l`ultimo a poter pontificare su etica, correttezza, coerenza. Da sempre giostra i suoi affari tra pubblica demagogia e interessi privati”.