MORTO JOBS: TIM COOK, L’EREDE CON POCO CARISMA

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GRANDE ORGANIZZATORE ASSICURA CONTINUITA’, MA NON IL GENIO

(ANSA) – NEW YORK, 6 OTT – Di fatto la Apple è da tempo nelle sue mani. Timothy Cook (ma tutti lo chiamano Tim), 50 anni, guida l’azienda di Cupertino da quando Steve Jobs si era ammalato gravemente nel 2004. Al suo braccio destro – tranne qualche rara apparizione per presentare i nuovi prodotti – Jobs aveva delegato da anni ogni ruolo operativo. E lo scorso 25 agosto lo aveva definitivamente investito come suo erede dimettendosi da Ceo. Il nuovo numero uno di Apple – membro anche del consiglio di amministrazione della Nike – è entrato in azienda nel marzo del 1998, conquistandosi subito la fiducia di Jobs. Appena arrivato a Cupertino, ha rivoluzionato tutto il settore della produzione e della distribuzione, affidando a terzi molte attività  e chiudendo molte fabbriche del gruppo, contribuendo ad un notevole aumento dei profitti. Grande organizzatore, Cook assicura in Apple la continuità . Ma non ha lo stesso genio di Jobs, quello da cui sono nati prodotti rivoluzionari e di enorme successo come l’iPhone o l’iPad. Il vero debutto di Cook sul palcoscenico è stato proprio il giorno prima della morte del ‘visionario della Silicon Valley’, quando a Cupertino è stato presentato il nuovo iPhone 4s. Ma sul palco mancavano lo stile e il carisma del padre fondatore della Apple. Stile e carisma che lo hanno fatto amare dai suoi collaboratori e da milioni di fan in tutto il mondo. Appassionato di fitness e di escursioni in bicicletta, alcuni definiscono Tim Cook esigente e spietato sul lavoro. Tra gli aneddoti più ricorrenti, quello in cui si racconta una sua sfuriata nel corso di una riunione, quando prese di mira un dirigente dicendogli che sarebbe dovuto migrare in Cina. Sembrava una battuta, ma poco dopo gli si rivolse ancora così: “Perché sei ancora qui?”. Il dirigente filò dritto all’aeroporto di San Francisco senza nemmeno passare da casa: oggi è il responsabile di Apple per la Cina.(ANSA).