MILANO (MF-DJ) – Adesso e’ certo. Il decreto sviluppo, se mai vedra’ la luce, sara’ a costo zero. Gli unici fondi sicuri sui quali avrebbe potuto contare Paolo Romani, ossia l’extragettito dell’asta delle frequenze, scrive MF, sono stati “sequestrati” da Giulio Tremonti per il risanamento dei conti pubblici. Il ministro dell’Economia ha bruciato sul tempo il collega dello Sviluppo Economico. Nel disegno di legge di stabilita’, che sara’ votato oggi in consiglio dei ministri, Tremonti ha inserito una norma che destina gli 1,6 miliardi in piu’ incassati dall’asta (rispetto ai 2,4 miliardi gia’ messi a bilancio) per il 50% al riacquisto di titoli del debito pubblico e per l’altro 50% al finanziamento del fondo per le esigenze indifferibili. Romani aveva altri propositi per quei soldi. Nell’ultimo decreto estivo salva-spread, infatti, il ministro dello Sviluppo aveva fatto inserire una norma che destinava almeno la meta’ dell’extragettito (ossia 800 milioni) al finanziamento della banda larga. Per settimane al tavolo istituito presso il suo dicastero per discutere del decreto sviluppo si era provato a ipotizzare il modo migliore di utilizzare quei soldi. Romani avrebbe voluto indirizzare almeno 300 milioni del tesoretto alla capitalizzazione di una societa’ mista pubblico-privato per la realizzazione della rete Ngn. Gli operatori, dal canto loro, avrebbero preferito ricevere sgravi fiscali o incentivi alla domanda.