E con questo fanno due i femminili nuovi di zecca che nell’arco di dieci anni Valeria Corbetta inventa e costruisce dalle fondamenta. Nel 2002 è stato Flair per la Mondadori, adesso è Myself per Condé Nast: giornali che più diversi non si può, ma che in comune hanno l’idea di funzionare come polo d’attrazione per le indifferenti o insoddisfatte dei tanti femminili già in circolazione. Myself, in edicola il 25 ottobre, dichiara che le “sue” donne sono adulte rompendo intelligentemente il tabù della lettrice trentenne a vita. “È la prima volta che un femminile prova a sintonizzarsi con quello che sta succedendo nelle generazioni più adulte”, osserva Corbetta. “Avremo a che fare con donne dalle giornate molto piene, un po’ funambole tra lavoro e famiglia e credo disposte ad affrontare le situazioni con un po’ di humor. Il messaggio è: teniamo conto della complessità della tua vita, e ne parliamo sempre partendo da te”. Milanese, 55 anni, Valeria Corbetta è arrivata al giornalismo dopo una laurea in lingue e letterature straniere moderne all’università Cattolica, con specializzazione in lingue slave, e un periodo di studio all’università Statale di Varsavia. Ed è dalla Polonia che comincia a scrivere per alcune testate fin quando, scelto definitivamente il giornalismo, nel 1982 entra alla Condé Nast come redattrice attualità del mensile Per Lui, dove in seguito diventa caposervizio.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 421 – ottobre 2011