Seduto alla sua scrivania, in una luminosa stanza zeppa di oggetti di design, libri, quadri, Ettore Mocchetti guarda una pila di carte alla sua sinistra e sospira. “Le vede quelle? Sono solo le ultime proposte di case da fotografare che abbiamo ricevuto”. Per il direttore di Ad, anzi per lo ‘storico’ direttore di Ad, visto che firma il mensile dal primo numero del maggio 1981, quelle case sono croce e delizia. Ne pubblica una decina e più a numero nella sezione centrale del giornale, da 100 a 120 pagine non interrotte dalla pubblicità , che moltiplicate per trent’anni fanno almeno 3mila 500 case fotografate.
Proporzione fra quante arrivano sulla sua scrivania e quante vengono scelte? “Una a dieci. E prima di decidere chiediamo sempre un test fotografico. Le case sono come le persone: ce ne sono di bellissime però non fotogeniche e ce ne sono di normali che fanno un figurone”. E come le scova? “Abbiamo una rete di ‘amici di Ad’ che suggeriscono e propongono: fotografi, architetti, interior designer, artisti, signore di gusto, o meglio persone di gusto che hanno un occhio speciale, la cultura e la sensibilità adatte”.
Nel vastissimo panorama delle riviste dedicate alla casa “Ad è l’unica a mostrare ai suoi lettori soltanto case vere e non costruite in studio. Al massimo aggiungiamo un mazzo di fiori”, giura Mocchetti.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 421 – ottobre 2011