Editoria/ Stampa romana: ‘Licenziamenti facili’ a Left e Opinione

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Pretesti inaccettabili, colpiti lavoratori in credito con aziende
Roma, 26 mar. (TMNews) – “C’è chi vuole battere il Governo sul tempo e dà  avvio a una nuova stagione di ‘licenziamenti facili’.
Succede così che sia Left che L’Opinione (con una sorta di ‘par condicio’ che accomuna sinistra e destra) risolvano illegalmente tre rapporti di lavoro (uno Left, due L’Opinione) a danno di altrettanti giornalisti”. A lanciare l’accusa è una nota di stampa romana.
“Entrambi gli editori – accusa il sindacato dei giornalisti del Lazio – utilizzano una sorta di ‘licenziamento soggettivo o disciplinare’ motivando la risoluzione con ‘comportamenti non collaborativi o contrari agli interessi dell`azienda’. In tutti i casi si tratta di pretesti inaccettabili che colpiscono lavoratori ai quali da mesi non viene corrisposta una regolare retribuzione o sono in credito con l`azienda per stipendi non corrisposti. Guarda caso si tratta di due cooperative che godono dei finanziamenti pubblici per svariate centinaia di migliaia di euro. Lascia particolarmente perplessi la vicenda de L`Opinione, il cui direttore, Arturo Diaconale, è stato in passato segretario dell`Associazione stampa Romana, cioè responsabile dell`organismo di tutela sindacale della categoria”.
L`Associazione stampa romana – si legge ancora nel comunicato sindacale – ha già  attivato tutte le procedure sindacali e legali a tutela materiale e morale dei tre colleghi e si riserva di portare i casi all`attenzione del Dipartimento per l`editoria e di tutti gli organismi della categoria”.
“E` in atto una deriva pericolosa, in particolare nel settore dell`editoria finanziata, dove la crisi – sostiene l’Asr – sembra dare a certi ‘editori’ il pretesto per un regolamento di conti ai danni di giornalisti che rivendicano i propri diritti. Sappiano questi signori che l`Asr non è disposta a tollerare un atteggiamento vessatorio e vendicativo che si pone chiaramente al di fuori delle leggi e dei contratti e si segnala – conclude la nota – come un atto di pura ostilità  nei confronti del sindacato dei giornalisti”.