ALL’ATTACCO IN ATTESA SBARCO BORSA CONTRO AVVERSARIO ZUCKERBERG
(ANSA) – NEW YORK, 26 MAR – Facebook, in attesa dello sbarco in Borsa, si muove per chiudere tutte le partite in sospeso. E per questo chiede alla giustizia americana di rigettare e non procedere sulle pretese sulla proprietà della società avanzate da Paul Ceglia. Una richiesta che Facebook accompagna con i risultati di più mesi di indagini e di prove, quali gli scambi di email fra il co-fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, e Ceglia recuperate dal server dell’Università di Harvard. Ceglia, in una causa avviata nei confronti di Zuckerberg nel luglio 2010, sostiene di aver siglato nel 2003 un accordo con il fondatore di Facebook, in base al quale a lui sarebbe spettato, l’anno seguente, il 50% di quello che sarebbe poi diventato il maggiore social network al mondo. E nella causa Ceglia chiede il 50% della quota di Facebook. “Una frode e una bugia” da parte di una persona, Ceglia, alla ricerca disperata di soldi e che vuole una quota in una delle aziende a più veloce crescita negli Usa, afferma Facebook nei documenti depositati in tribunale, in base ai quali Ceglia é stata arrestato e accusato di aver frodato alcuni suoi clienti per 200.000 dollari ai tempi dell’avvio della campagna promozionale per il film ‘The Social Network’. Era la metà del 2010 e Ceglia – aggiunge Facebook – ha fatto causa per rivendicare la proprietà poco dopo, nel luglio 2010, presentando email che sosterrebbero la sua posizione. Email che, così il contratto, sono state truccate da Ceglia e sono quindi false. Ceglia e Zuckerberg si sono incontrati nel 2003 tramite Craiglist quando il co-fondatore di Facebook aveva risposto a un annuncio di lavoro per la costruzione del sito di Ceglia, StreetFax.com. E il contratto siglato allora dai due è ora al centro dello scontro legale. Facebook accusa Ceglia di aver esposto il contratto al sole così da far sembrare l’inchiostro vecchio e far sì che non potesse essere sottoposto a particolari analisi. Facebook mette inoltre in evidenza di essere in possesso di 200 email dal server di Harvard e nessuna coinciderebbe con quelle presentate da Ceglia. (ANSA).