Operazione del Gat della Guardia di finanza e di pm Roma
Roma, 26 mar. (TMNews) – Con una copia indebita della “firma digitale” rubano l’azienda al vero titolare, svuotando conti e proprietà . E’ un danno da diverse centinaia migliaia di euro quello scoperto dagli investigatori del Gat, il nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di finanza. Ma è anche una primizia assoluta di quel che si può fare utilizzando una smart-card per le comunicazioni societarie con il registro delle imprese.
L’aggiunto di Roma, Nello Rossi, d’intesa con il pm Eugenio Albamonte, responsabile delle indagini, ha depositato gli atti, passo che in genere prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.
Sotto accusa, in particolare, ci sono due soggetti: Gabriele Baldini e David Henry Antinucci.
Le contestazioni sono: sostituzione di persona, false dichiarazioni o attestazioni al certificatore di firma elettronica sull’identità o qualità personali proprie o di altri, falsità in atti pubblici, in scritture private e in documenti informatici.
Il comandante del Gat, il colonnello Umberto Rapetto, ha spiegato in una nota: “Dopo quella della lancia termica, arriva la più sofisticata banda della firma digitale che – in barba alle tanto decantate misure di sicurezza e alla invulnerabilità della soluzione tecnologica per l’autenticazione della sottoscrizione degli atti pubblici – riesce a rubare le quote societarie del malcapitato e a trasferire proprietà e controllo della sua azienda ad un altro soggetto della combriccola”.