(ANSA) – SHANGHAI, 29 MAR – Tim Cook, l’amministratore delegato di Apple, ha visitato a Zhengzhou la fabbrica della Foxconn, l’azienda taiwanese che per conto della società di Cupertino, produce e assembla in Cina gli iPhone e gli iPad. La fabbrica, nella provincia centro settentrionale dell’Henan, impiega più di 120.000 persone e ha una linea di produzione dell’iPhone. La Foxconn, con molte fabbriche in Cina, è accusata spesso, soprattutto in seguito all’ondata di suicidi che hanno interessato i suoi dipendenti, di fornire pessime condizioni di lavoro agli operai. Anche i sindacati americani hanno chiesto attenzione alle condizioni di lavoro dei suoi dipendenti e ci sono state molte proteste, sopratutto dopo che l’azienda ha fatto firmare un contratto con la clausola di ‘non suicidio’ ai dipendenti. Cook è al suo terzo giorno di visita in Cina, effettuata a sorpresa. Durante questi giorni il successore di Steve Jobs (che non aveva mai visitato la Cina) alla guida dell’azienda di Cupertino ha incontrato ieri il vicepremier cinese Li Keqiang e l’altro ieri il capo di China Unicom. In queste ore sta invece incontrando il vertice di China Telecom, Wang Xiaochu. Le società telefoniche hanno già con la Apple accordi per la vendita di iPhone in Cina. Si ignora al momento se Cook vedrà anche i vertici di China Mobile, la prima società di telefonia mobile cinese, che non ha accordi con la Apple anche perchè la sua rete è obsoleta. Non è chiaro neppure se Cook avrà contatti con i vertici di Proview, la società taiwanese che dice di aver registrato prima della Apple il marchio iPad. La filiale cinese di Proview ha già vinto una serie di battaglie legali chiedendo il blocco delle vendite dell’iPad (il cui nuovo modello non è ancora disponibile in Cina). In Cina in questi giorni c’è anche Mark Zuckerberg (giunto con lo stesso aereo privato di Cook) fondatore e presidente di Facebook. Non solo: l’amministratore delegato di Nokia Stephen Elop ha presentato qui la serie di telefonini Lumia con Windows; e John Chambers, presidente di Cisco System ha incontrato funzionari governativi scatenando proteste sulla rete perché si ritiene che la Cisco agevoli il lavoro della censura su internet in Cina attraverso il cosiddetto Great Firewall, la ‘Grande Barriera’ di Pechino. (ANSA).