Regista Vicari: Processo aperto, ma accaduto è sotto occhi tutti
Genova, 29 mar. (TMNews) – E’ destinato a riaprire vecchie ferite il film “Diaz” di Daniele Vicari che, dopo aver vinto il premio del pubblico nella sezione Panorama del 62° Festival di Berlino, sarà proiettato stasera a Genova in anteprima nazionale. A più dieci anni di distanza dalla sanguinosa irruzione della polizia nella sede del Genoa Social Forum durante il G8 del 2001, la pellicola, partendo da materiale di repertorio, dagli atti processuali e dalle sentenze della Corte di Appello di Genova, racconta i tragici fatti di quella notte.
“Il processo è ancora aperto ma – ha spiegato Vicari durante la conferenza stampa di presentazione – ciò che è accaduto è chiaro, è sotto gli occhi di tutti, per cui ci sono tutti gli elementi per poterlo raccontare. Con il produttore Domenico Procacci – ha aggiunto il regista romano – ci siamo detti da subito che dovevamo fare un bel film, non un processo, non un libro di ricostruzione scientifica di questi avvenimenti. Abbiamo cercato di far emergere tutto quello che c’era di narrativamente interessante, a volte anche sacrificando degli elementi di cronaca che avrebbero dato al film un aspetto più politico”.
Secondo Vicari, ne è venuto fuori “un racconto molto articolato, fatto da più punti d vista, anche da quello della polizia. Da questo film – ha precisato – abbiamo deciso invece di tenere fuori il livello della decisione politica perché l’elemento fondamentale che abbiamo voluto raccontare è stata la sospensione dei diritti civili, dei diritti della persona, anche se è chiaro che nessun poliziotto delle centinaia che hanno partecipato al blitz poteva permettersi di sospendere questi diritti senza una qualche forma di consenso”.
“Ciò che è accaduto – ha affermato il regista – interroga la coscienza di tutti perché è accaduto in un Paese occidentale, democratico. E’ una tragedia non tanto di singoli esseri umani ma di una società intera, di una civiltà , perché nel momento in cui le forze dell’ordine, contemporaneamente e senza smagliature, decidono di agire in quel modo, mettono in discussione la democrazia. In questo senso – ha proseguito – abbiamo voluto raccontare una storia particolare, perché è accaduta a Genova, ma anche universale perché ha qualcosa da dire a tutti”.
“Come cittadino non credo assolutamente che la responsabilità sia solo della polizia ma al fatto che la politica ha una distanza tale dalla società e dai movimenti presenti nella società che, non avendo più nessuno strumento per comunicare con loro, manda avanti la polizia. E’ anche vero – ha concluso Vicari – che se in un Paese democratico centinaia di poliziotti hanno operato come se fossero dei picchiatori, la cosa è significativa in sè” perché “a parte qualche episodio isolato che abbiamo raccontato nel film, nessuno di questi poliziotti ha detto no, anche se si poteva dire di no”.
Dopo aver sottolineato l’importanza di aver scelto per l’anteprima nazionale del film proprio il capoluogo ligure, che non ha ancora completamente metabolizzato i fatti di quei giorni, il produttore Domenico Procacci ha ammesso di temere che la pellicola “possa diventare terreno di un ennesimo scontro politico”. Parlando di quello che è accaduto a Genova, il produttore ha poi aggiunto: “Le istituzioni e la polizia dovrebbero chiedere scusa non solo alle vittime ma a tutto il Paese perché tutti siamo offesi da quello che è successo a Genova, in particolare alla Diaz e alla caserma di Bolzaneto”.
La pellicola, che uscirà nelle sale il prossimo 13 aprile, è il risultato di una co-produzione tra Italia, Francia e Romania. Le riprese sono state infatti girate principalmente alla periferia di Bucarest, con l’impiego di oltre 130 attori, 8 mila comparse, 250 stunts e 35 mezzi della polizia. Ad interpretare i protagonisti di quegli eventi, ispirati dai racconti di persone realmente coinvolte, un cast internazionale composto, tra gli altri, da Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Jacopini, Ralph Amoussou, Ignazio Oliva, Monica Birladeanu, Emilie De Preissac e Aylin Prandi.