MILANO (MF-DJ)–Gli editori tornano a fare la voce grossa contro la rapina via web dei contenuti. Ieri mattina, presentando l’indagine sulla stampa, il presidente della Fieg (la federazione degli editori) Giulio Anselmi e’ tornato a sollecitare un pronto intervento delle istituzioni in materia di copyright, rivendicando il diritto delle case editrici a difendere il proprio diritto anche online.
La soluzione al caso, scrive MF, sarebbe il contestato regolamento dell’Agcom che fissa precisi paletti per la lotta alla pirateria sul web. Un provvedimento che tuttavia staziona da mesi nelle stanze dell’Authority, senza essere stato ancora esaminato ne’ tantomeno approvato. “Le aziende”, ha spiegato Anselmi, “hanno diritto che la proprieta’ intellettuale sui prodotti venga garantita, perche’ si tratta uno strumento necessario per la loro sopravvivenza”. “à” un problema tutto italiano non avere un quadro normativo di riferimento, in particolar modo in un momento di crisi del mercato”. Un appello gia’ emerso poche settimane dalle colonne di MF-Milano Finanza e che ieri ha trovato il sostegno del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Paolo Peluffo. Presente all’incontro, Peluffo ha auspicato “azioni di tutela del diritto d’autore” su internet in modo da arrivare a un “punto di caduta positivo”. A cio’ deve corrispondere pero’ una maggiore qualita’ dei prodotti anche “a prezzi ragionevoli”. Tornando ad Anselmi, il numero uno Fieg ha affrontato anche la questione dei finanziamenti pubblici, chiedendo lo stop all’erogazione delle risorse agli organi di stampa che fanno capo ai partiti politici: “I giornali di partito non hanno diritto ai finanziamenti destinati all’editoria, avendo gia’ gli stessi partiti accesso ai fondi pubblici”. Secondo l’ex direttore de La Stampa, l’erogazione dei finanziamenti dovrebbe essere basata quasi esclusivamente sulle “copie effettivamente vendute”. Per questo “occorre indirizzare i contributi pubblici verso i giornali veri: per copie vendute e per numero di dipendenti con regolari contratti”.