Tlc: Calabro’; serve Ngn, ritardo costa a Italia 1-1,5% Pil

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ROMA (MF-DJ)–L’Italia e’ in ritardo nella Internet economy, e’ “sotto la media Ue per diffusione della banda larga fissa, per numero di famiglie connesse a Internet e a Internet veloce, per gli acquisti e il commercio online”, mentre per le esportazioni mediante Ict “e’ fanalino di coda in Europa”. Lo afferma, nella sua relazione di fine mandato, il presidente di Agcom, Corrado Calabro’, sottolineando che “non solo la telefonia mobile, ma tutti i servizi del futuro prossimo e di quello ulteriore richiedono una rete a banda larga e ultra larga”. Calabro’ segnala che “l’economia Internet in Italia vale solo il 2% del Pil; la stessa stima conduce a valutare l’internet economy del Regno Unito nel 7,2% del Pil”. Calabro’ aggiunge che “il ritardo nello sviluppo della banda larga costa all’Italia tra l’1% e l’1,5% del Pil”. E’ essenziale andare avanti nello sviluppo dell’Agenda digitale, soprattutto sul fronte dello sviluppo delle reti, perche’ “senza infrastrutture a banda ultra larga i sistemi economici avanzati finiscono su binari morti”. E’ un problema di offerta, ma anche di domanda, “infrastrutture e servizi devono fertilizzarsi a vicenda; disponibilita’ di applicazioni e utilizzo reale devono andare di pari passo, cosi’ come l’alfabetizzazione digitale della popolazione”. Secondo Calabro’, “c’e’ ancora scarsa consapevolezza delle potenzialita’ globali delle tecnologie della societa’ dell’informazione”, ma esse “possono dare una spallata a un sistema imballato. Il settore delle tlc e’ la chiave di volta della rivoluzione digitale che, abilitando l’innovazione, puo’ cambiare radicalmente i paradigmi dell’economia e della societa’”. Il regolatore sottolinea che “Internet e’ un cambio di paradigma nella produzione di beni, servizi, cultura e del vivere civile; se lo si considera solo come nuova tecnologia -conclude- se ne perde la portata deflagrante e rivoluzionaria”.