(AGI) – Roma, 2 mag. – I ricavi generati dalla riscossione del canone di abbonamento Rai “continuano a rappresentare un elemento di criticita’ in ragione degli elevati livelli di evasione”. Lo dice Corrado Calabro’, presidente dell’Agcom, nella relazione di fine mandato illustrata oggi. E nonostante cio’, la Rai comunque il suo lo fa. Come dire, ‘eppur si muove’. L’Autorita’, nei limiti delle proprie competenze, “ha tuttavia tentato – precisa lo stesso Calabro’ – di promuovere una riforma della Rai orientata alla valorizzazione del servizio pubblico e delle relative entrate e, in questa prospettiva, ha perseguito finalita’ di maggiore trasparenza attraverso una ridefinizione di principi e modalita’ degli obblighi di contabilita’”. Nella medesima direzione ha operato l’impegno rivolto alla “definizione di obblighi ulteriori nel segno della promozione di una migliore qualita’ dei programmi”. Il presidente dell’Agcom sottolinea infatti che la qualita’ della programmazione “rappresenta una delle variabili strategiche a disposizione dei broadcaster che operano nel nuovo contesto digitale e, di certo, quella principale in possesso della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo”. A giudizio di Calabro’ la mission del servizio pubblico puo’ essere declinata, schematicamente, in ragione di due obiettivi tra loro complementari: “la produzione e la diffusione di programmi appartenenti a specifici generi ritenuti socialmente rilevanti e la promozione del loro effettivo ascolto da parte dei telespettatori (cittadini). (AGI) Vic (Segue)
AGI) – Roma, 2 mag. – Solo i programmi dall’elevato profilo qualitativo danno corpo a contenuti di rilevanza sociale e hanno modo di guadagnare l’attenzione di significative porzioni di telespettatori nell’ecosistema digitale, caratterizzato da un ampio numero di programmi, da una pluralita’ di mezzi di ricezione dei contenuti e dalla diffusione di contenuti a pagamento”. E l’Authority, “nei limiti delle proprie competenze”, ha dunque “sollecitato” la produzione di specifiche tipologie di trasmissioni (attraverso, ad esempio, le ‘Linee guida per il contratto di servizio’) e monitorato sull’effettiva diffusione di programmi appartenenti ai principali generi di informazione e intrattenimento. Allo stesso tempo e’ stata indicata l’opportunita’ di arricchire l’offerta multimediale, attraverso la promozione di prodotti editoriali specifici e capaci di sfruttare le potenzialita’ della rete internet. La Rai “ha operato in tale direzione”, e le informative trasmesse dalla stessa all’Agcom, come stabilito nel Contratto di servizio, “ne danno conto”. Si tratta – dice Calabro’ – di temi essenziali, quelli della varieta’ e della qualita’ dei contenuti di valore sociale, “capaci di attrarre il favore del pubblico sui diversi mezzi di trasmissione” e “sui quali occorre proseguire il lavoro”. (AGI) Vic (Segue)
(AGI) – Roma, 2 mag. – La produzione di determinati programmi appartenenti a generi di particolare valore per la comunita’, “primo obiettivo del servizio pubblico”, si basa sul presupposto che tali contenuti producano benefici sociali “superiori al mero ritorno economico” conseguito dal broadcaster: il passaggio dall’analogico al digitale – in virtu’ dell’incremento dei programmi distribuiti nelle diverse reti trasmissive – “impone l’esigenza di definire, in maniera sempre piu’ puntuale, i prodotti meritevoli del sostegno economico, aventi quindi carattere di servizio pubblico”. Nel contesto digitale mutano, altresi’, le condizioni che hanno a che vedere con la promozione dell’effettivo ascolto da parte dei telespettatori dei programmi ritenuti socialmente rilevanti, “ossia il secondo obiettivo del servizio pubblico”. Infatti, l’ampia gamma di servizi offerti “riduce, potenzialmente, gli spazi per i programmi di servizio pubblico”. In tal senso, “centrale – dice Calabro’ – e’ il piano editoriale da definire in relazione allo sviluppo dei mercati, al progresso tecnologico e alle esigenze culturali, nazionali e locali”. E a tal fine, gli schemi di contabilita’ separata imposti alla Rai, “stabilendo la separazione tra servizio pubblico, servizi commerciali e servizi tecnici, fanno chiarezza nella finalizzazione del finanziamento del servizio pubblico. Rappresentano, pertanto, uno strumento essenziale al fine di una sempre piu’ funzionale organizzazione del servizio pubblico”. E la qualita’ e’ peraltro una variabile strategica anche per i broadcaster commerciali della televisione commerciale, gratuita e a pagamento, che informa i meccanismi di concorrenza tra piattaforme.
(AGI) – Roma, 2 mag. – I diversi gruppi editoriali concorrono nell’acquisizione di utenti ai fini della vendita di servizi e spazi pubblicitari alle imprese inserzioniste, nonche’ nella formazione di una base di abbonati. Cosi’, in tal senso “i contenuti assumono sempre piu’ un ruolo centrale”. Calabro’ sottolinea che a fronte della crescente rilevanza assunta dai contenuti, “l’azione dell’Autorita’ si e’ concentrata, fra l’altro, sulle modalita’ di rilevazione degli indici di ascolto”. In un panorama diversificato, dal punto di vista delle offerte e delle piattaforme trasmissive, “una corretta rilevazione costituisce infatti una precondizione per il dispiegarsi della concorrenza e per la tutela del pluralismo”. E con un pizzico di orgoglio il presidente uscente dice che “l’azione avviata sin dalle prime riunioni di questo Consiglio, che ha riguardato il sistema di rilevazione dei dati di ascolto e i requisiti delle societa’ di rilevazione, ha quindi colto la centralita’ della corretta rilevazione dell’audience”. E in termini materiali, gli ascolti degli operatori storici sono diminuiti dall’85% (dato del 2005) al 79% (dato del 2010), mentre il comparto satellitare e’ risultato in costante ascesa e ha raggiunto il 10% nel 2010, guidato dagli ascolti dei canali editi da Sky Italia”.