Per difenderla colleghi rischiano vita in Italia e nel mondo
Roma, 3 mag. (TMNews) – “La libertà di stampa è un bene prezioso di cui ci si accorge solo quando manca, o viene fortemente indebolita a causa di regimi oppressivi, pressioni di potenti, intimidazioni e violenze della malavita, ritorsioni per motivi razziali o religiosi, attività di corruzione”. E’ quanto si legge in una nota della Federazione nazionale della stampa italiana.
“La Giornata mondiale per la libertà di stampa, celebrata oggi 3 maggio in tutto il mondo – prosegue – è per la Federazione Nazionale della stampa Italiana un’occasione di rinnovato impegno nella permanente iniziativa per la libertà dei cittadini, per il loro diritto a conoscere e sapere, a ricevere informazioni puntuali da testimoni indipendenti e, comunque, deontologicamente impegnati a rendere chiare le notizie che contano per il pubblico interesse, rifiutando censure e non cedendo a ricatti. Per questo lavoro molti giornalisti pagano un prezzo alto. Non vogliamo che si attenda che qualcuno finisca morto ammazzato o privato del proprio diritto ad un lavoro dignitoso per vederselo riconosciuto professionalmente”.
(segue)
Siddi: Pensiero a chi ha pagato con la vita
Roma, 3 mag. (TMNews) – “Viene giustamente chiesto ai giornalisti – ha detto il segretario dell’Fnsi Siddi – un lavoro responsabile e rispettoso della dignità delle persone. In tanti pensano che i giornalisti debbano essere solo registratori acritici di eventi e circostanze che centri portatori di interessi diversi vorrebbero, invece, nascondere o trasformare in propaganda. Così non può essere e non sarà mai accettato dalla comunità dei giornalisti italiani e per ogni cronista minacciato o intimidito ci sarà sempre una voce in più che si farà sentire con forza e determinazione. Il pensiero va soprattutto a chi ha pagato con la vita il proprio amore per un lavoro al servizio dei cittadini, come Giovanni Spampinato, Giancarlo Siani, Giuseppe Alfano, nei territori a infiltrazione criminale nel nostro Paese, o nei teatri di guerra (da Maria Grazia Cutuli a Marcello Palmisano, da Ilaria Alpi a Miran Horvatin). Va anche a chi non ha nomi altisonanti e mai avuto incarichi di prestigio e che, in frontiera, continua il proprio lavoro nonostante gravi minacce (da Salvatore Maiorca a Saro Cannizzaro, a Tina Palomba a Pietro Comito, Antonio Monteleone, Michele Albanese, Michele Migogna, Giovanni Tizian, solo per citarne alcuni perché l’elenco è lunghissimo)'”.
L’omaggio alla Federazione della stampa va inoltre a tutti i colleghi che nel mondo continuano a cadere nei teatri delle rivolte civili (come in Siria), degli scontri etnici e religiosi (Iran, Eritrea, Etiopia) o ad alta densità criminale come il Messico, il Brasile, il Perù, la Somalia (già 43 sono i caduti del 2012).
Per tutti, il segretario della Fnsi, anche nella sua veste di membro del direttivo della Federazione internazionale (IFJ), è tornato a sollecitare “una campagna delle istituzioni internazionali contro le impunità e per la piena affermazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che richiede una adeguata protezione della libertà di espressione e di informazione”. Per questo Fnsi e Ifj rilanciano anche “la campagna contro le leggi restrittive che, in nome dello stato di guerra o della lotta al terrorismo, pretendono, in diverse parti del mondo, di applicare inaccettabili forme di censura”.