(ANSA) – ROMA, 3 MAG – La decisione di Agcom di astenersi dall’adozione dell’annunciato Regolamento “arreca di per sé un danno all’efficacia del sistema ordinamentale italiano di contrasto alla pirateria delle opere dell’ingegno”, sostiene in una nota la Siae, ricordando che il governo Usa con il Report 301 conferma l’inserimento del nostro Paese nella watch list degli Stati a più alto tasso di pirateria e contraffazione. “E’ come se nel settore fiscale – continua la Società italiana autori e editori – si comunicasse che lo Stato avesse deciso di astenersi dal perfezionare la lotta all’evasione fiscale rinunciando all’utilizzo di nuovi e più mirati sistemi”. La Siae, fin dalle origini della manifestata volontà di Agcom di adottare un provvedimento in materia, “aveva offerto tutte le possibili forme di collaborazione tecnica ed operativa alle strutture dell’Agcom, secondo le linee di coordinamento fra le due Istituzioni stabilite già dalla legge n. 248/2000 che, si ricorda, fin da allora è designata come legge antipirateria. Sia in vista dell’adozione della prima delibera Agcom del dicembre 2010, che con l’adozione di quella successiva, del luglio 2011, la Siae – prosegue la nota – ha costantemente illustrato all’Agcom il proprio avviso sui progetti intorno ai quali ruotava l’istruttoria e ciò sia dal punto di vista tecnico-giuridico che da quello socio-economico sostenendo, al riguardo, e dimostrando con i fatti, come la lotta all’abusivo utilizzo delle opere dell’ingegno nella Rete dovesse partire dalla enucleazione ed adozione di un’ampia offerta legale di contenuti, che costituisse la base per evidenziare marcatamente le condotte di veri utilizzatori abusivi. La Siae infatti ha proseguito nella propria opera di elaborazione e pratica di schemi di licenza semplici, economici e trasparenti, che dessero in definitiva all’utente onesto la possibilità di ‘restare onesto'”. Per la Siae, “occorreva quindi passare ad un sistema sanzionatorio che non toccasse l’utente ma i siti dove possono verificarsi certe condotte, sistema sanzionatorio efficace, senza se e senza ma, avendo sempre di mira l’equilibrio tra la massima libertà di espressione e la massima tutela possibile dei titolari di prodotti creativi e culturali. Se questi soggetti – conclude – non fossero protetti e sostenuti nel loro lavoro, occorre sempre tenere ben chiaro, la cultura e la creatività stesse non avrebbero spazi di sopravvivenza”.