In fondo non c’è poi tanta differenza fra la storia di Giovanni De Mauro e quella di Mark Zuckerberg o di Larry Page e Sergey Brin. Certo, occorre tener conto di ciò che passa tra gli Stati Uniti e l’Italia e tra il mercato mondiale del web e quello della carta stampata, ma la genesi imprenditoriale di questi personaggi sembra ricavata dallo stesso canovaccio. Voglio dire che l’invenzione di Internazionale rammenta l’intuizione, il colpo di genio, i tempi, i luoghi e i modi di Facebook e di Google, per non parlare di tante altre iniziative del genere, anche se minori, nate nei college, nei garage o nei sottoscala di città americane. Leggete qua.
Mark studia ad Harvard e s’inventa Facebook con i compagni di stanza Dustin Moskovitz e Chris Hughes. Proprio da quel dormitorio, nel febbraio del 2004, a 20 anni, lancia il social che quattro anni dopo gli avrebbe regalato il titolo, assegnato da Forbes, di “miliardario più giovane del mondo”.
Page e Brin sono studenti all’università di Stanford col pallino per la matematica quando, nel settembre del 1998, fondano Google in una sorta di sgabuzzino. Studiano e smanettano notte e giorno, ma l’impresa non va. Dopo meno di un anno non trovano neanche i soldi per acquistare nuovi computer e allora tentano di vendere la piccola azienda che naturalmente nessuno vuole accollarsi. Costretti dai debiti, lasciano l’università per dedicarsi anima e corpo alla realizzazione della loro idea.
Anche Giovanni De Mauro ha un pallino, non per la matematica ma per il giornalismo. Da liceale (al Tasso di Roma), la tessera dei giovani comunisti in tasca, dirige il giornale della Fgci, Tre pagine, e svolge un’intensa attività politica. A 18 anni assaggia come grafico la redazione dell’Unità e si iscrive alla facoltà di storia contemporanea alla Sapienza. All’università conosce Elena Boille e Jacopo Zanchini con i quali comincia a parlare di “un giornale diverso”.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 430 – luglio/agosto 2012