Ogni anno in Italia muoiono 20mila persone per malattie epatiche, ma i trapianti di fegato effettuati sono appena un migliaio. Ciò significa che per avere un fegato nuovo bisogna aspettare in media oltre due anni. Attesa che, per molti malati, può rivelarsi inutile: il 7% dei pazienti muore senza arrivare al trapianto. Lo stesso accade per i trapianti di cuore (la mortalità per i pazienti in lista d’attesa supera l’8%), di pancreas, di rene o di polmone (in questo caso la mortalità è del 10,2%). I donatori sono ancora pochi e gli organi disponibili non bastano per salvare la vita alle migliaia di malati in lista nonostante, secondo i dati del Centro nazionale trapianti, in Italia la media dei donatori per milione di abitanti si attesta al 23,7, in crescita rispetto al 21,9 registrato nel 2011.
La cultura cattolica con i dilemmi della bioetica da una parte e i pregiudizi dell’opinione pubblica su un tema così delicato, rendono però ancora più difficile far crescere le donazioni nel nostro Paese. Ed è su questo tema che ha deciso di esercitarsi la Fondazione Pubblicità Progresso di cui da 12 anni è presidente Alberto Contri con la nuova campagna ‘Tu puoi dare la vita’ per la donazione degli organi lanciata il 26 giugno a Roma alla presenza del ministro della Salute Renato Balduzzi.
L’articolo integrale è sul mensile ‘Prima Comunicazione’ n. 430 – luglio/agosto 2012