TARANTO VERSO DIREZIONE FINANZA, MONGARDI A RISORSE UMANE
(ANSA) – MILANO, 27 NOV – Si va affinando la squadra di vertice in Rcs ‘targata’ Pietro Scott Jovane, nuovo a.d. del gruppo da inizio luglio. Mentre proseguono ancora a pieno ritmo i lavori sul nuovo piano atteso il 19 dicembre, la società ha convocato domani un Cda per la nomina di due nuovi top manager. Riccardo Taranto verrà designato in particolare come direttore finanziario, e lasciato l’analogo incarico ricoperto oggi in Prelios, dovrebbe entrare in Rcs poco prima di Natale. Già domani, invece, Maurizio Mongardi verrà nominato alle risorse umane al posto di Monica Possa. Sarà così Mongardi il manager chiamato ad affrontare i possibili interventi sul personale Rcs, composto da 5.100 dipendenti a fine settembre, 3.000 dei quali in Italia, circa 1.900 in Spagna. Le indiscrezioni su una ristrutturazione del personale Rcs si inseguono in realtà da tempo, ma solo il piano darà le cifre. Il consiglio si terrà nel pomeriggio e tutto sembra indicare che si tratterà di una riunione breve. L’appuntamento dovrebbe essere dedicato solo alle nomine, spiegano infatti fonti finanziarie. Non dovrebbero quindi proseguire in Cda i lavori approfonditi svolti in via informale nel weekend dai consiglieri. Nuove riunioni si dovrebbero tenere prima del 19 dicembre, forse già la prossima settimana, ma al momento non si hanno notizie di nuovi consigli. Dopo l’arrivo al vertice di Jovane, quello di domani sarà il secondo intervento nel management del gruppo editoriale, dopo l’uscita il 15 novembre di Giulio Lattanzi e il passaggio così della Divisione Quotidiani ad Alessandro Bompieri, rimasto comunque a.d Rcs Libri. In Rcs intanto proseguono a testa bassa le attività per predisporre il nuovo piano. Non è escluso che domani in Cda ci sia un aggiornamento, ma il piano non sembra essere all’ordine del giorno della riunione. I lavori svolti fino ad ora avrebbero definito sia la parte di sviluppo, con focus sul digitale, e sia quella di consolidamento dei conti. Resta però ancora aperto il nodo centrale del fabbisogno di capitale legato al progetto, da cui seguiranno le decisioni sull’aumento di capitale. Sul tema, del resto, ci sarebbero del resto ancora una pluralità di vedute, sia tra i soci dentro e fuori patto e sia, di rimando, in consiglio. L’alternativa sembra quella tra un aumento di capitale per 400 milioni, associato a dismissioni e tagli, oppure una ricapitalizzazione ben più robusta, forse necessaria comunque se le ipotizzate cessioni non fossero possibili a prezzi attraenti (si parla soprattutto dell’immobile in centro a Milano tra via San Marco e via Solferino).(ANSA).