(AGI) – Roma, 30 nov. – L’esito dell’incontro di ieri tra sindacati e vertici Rai “segna un punto di svolta importante nella politica dell’azienda sul versante della produzione di fiction. La decisione aziendale di mantenere in Italia la realizzazione di queste produzioni e’ la migliore risposta che potevamo ricevere dopo anni di iniziative e di proteste contro la politica di delocalizzazione”. Lo afferma Massimo Cestaro, segretario generale della Slc Cgil, che ieri con i segretari generali di Fistel-Cisl e Uilcom-Uil ha preso parte all’incontro con il direttore generale Rai Luigi Gubitosi e i responsabili dell’area Fiction e dell’area Risorse umane.
Cestaro sottolinea che la politica di delocalizzazione finora in atto era fondata “sulla base dell’unico criterio dell’abbassamento dei costi” e stava determinando “una serie di fattori distorsivi” in tutto il settore della produzione audiovisiva. E l’elenco comprende – a detta del segretario generale della Slc Cgil – “la costante perdita di giornate di lavoro per tecnici e artisti; la riduzione di entrate fiscali e previdenziali nell’ambito nazionale; la dispersione di professionalita’ tecnico-artistiche che invece rappresentano uno dei nostri patrimoni piu’ importanti; la realizzazione di opere dal profilo “anonimo” con effetti negativi sia sul versante della raccolta pubblicitaria che su quello della loro futura commercializzazione, ma, soprattutto, l’offerta di prodotti a volte non coerenti con il livello di qualita’ che si deve pretendere dalla piu’ grande azienda di produzione culturale del Paese. Adesso viene auspicato che “questa impostazione rimanga nel tempo e cio’ possa consentire anche la realizzazione del contratto di lavoro per gli artisti del settore cine-audiovisivo, considerando che l’Italia e’ l’unico Paese europeo ad esserne sprovvisto”.