(ANSA) – SHANGHAI (CINA), 9 GEN – I giornalisti del Southern Weekly di Guangzhou avrebbero acconsentito a interrompere lo sciopero e tornare a lavorare dopo un incontro con Hu Chunhua, capo del partito della provincia, intervenuto per mediare. Secondo quanto riferisce il South China Morning Post, da fonti vicine al giornale si è appreso che durante l’incontro Hu avrebbe lasciato intendere che Tuo Zhen – il capo della propaganda accusato di essere colui che ha obbligato il cambio dell’editoriale incriminato – sarebbe stato presto rimosso, anche se non immediatamente per ‘salvare la faccia’. I dettagli dell’accordo non sono stati ancora resi noti, anche perché i giornalisti del Southern Weekly hanno detto che non è stato loro permesso di parlare con i media stranieri e di non voler discutere il caso per evitare di aggravare la situazione. La crisi era scattata dopo che i giornalisti si erano infuriati quando l’ufficio di propaganda aveva costretto ad effettuare alcune modifiche nell’editoriale dell’edizione del primo dell’anno, includendo lodi al partito comunista e cambiando il titolo di apertura. Ieri, per il secondo giorno consecutivo, oltre 100 manifestanti si sono riuniti davanti all’ufficio del giornale a Guangzhou chiedendo la fine di tali forme di censura. La decisione dei giornalisti di tornare al lavoro arriva mentre ci sono segnali secondo i quali le autorità centrali potrebbero dare la colpa di quanto accaduto a “forze ostili esterne alla Cina”: ipotesi questa che è stata ripresa da diversi media cinesi. In particolare viene fatto un chiaro riferimento all’attivista cieco Chen Guancheng, che dagli Stati Uniti, dove si trova, avrebbe appoggiato e incitato le proteste dei giornalisti cinesi. (ANSA).