Meglio la Gazzetta di Cnn e New York Times – Intervista a Giuliano Molossi, direttore della Gazzetta di Parma (Prima n. 429, giugno 2012)

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Federico Pizzarotti appena eletto sindaco di Parma è andato a farsi intervistare nella sede del quotidiano locale, la Gazzetta di Parma, espressione della borghesia moderata e centrista e dei quartieri alti parmensi che hanno votato quasi compatti per lui
Usciti dall’autostrada, dopo pochi chilometri di tangenziale, si incontra un palazzo grigio e un po’ austero con in cima la grande insegna: ‘Gazzetta di Parma’. Al quarto piano mi accoglie il direttore, Giuliano Molossi, ma l’attenzione è rapita da una grande parete tappezzata da storiche prime pagine del giornale. Una galleria d’arte casalinga? Come la mostra in corso a Roma alla Galleria d’arte moderna, ‘Headlines’ (‘Titoli’), raccolti e trasformati in opere d’arte da Andy Warhol. Giuliano Molossi, figlio d’arte (il padre Baldassarre è stato direttore dal ’57 al ’92), 58 anni, 16 anni passati al Giornale di Montanelli e uno alla Voce, poi nel ’95 vice direttore della Gazzetta di Parma e quindi direttore dal ’98, non si fa cogliere impreparato. Ricorda subito ‘Fate presto’, la prima pagina del Mattino di Napoli all’indomani del terremoto dell’Irpinia dell’80, entrata a far parte degli ‘headline paintings’ del mito della Pop Art. “Lo stesso titolo”, aggiunge, sottolineandone l’efficacia, “è stato usato dal direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, citando la fonte, e quindi Il Mattino, quando lo spread con i bund superò i 500 punti”.
Prima – E voi come avete titolato la drastica svolta politica che avete vissuto qui a Parma con la nomina del sindaco dei grillini?
Giuliano Molossi – Poche semplici parole, la notizia senza enfasi: ‘Ha vinto Grillo/Pizzarotti sindaco’. Questa affermazione inaspettata ci ha fatto fare il picco delle vendite, aumentate del 14% il giorno dopo il voto. La novità  ha vivacizzato l’interesse dei cittadini portando nuovi lettori al giornale che con una quota di mercato del 74% di vendite è secondo solo al Dolomiten di Bolzano. Con una media settimanale di 42mila copie al giorno vendiamo dieci volte il Corriere della Sera e Repubblica.
Prima – Parma come sta vivendo la grossa scommessa?
G. Molossi – Siamo abituati a fare da battistrada. Già  nel ’98 fummo antesignani del civismo, quando il movimento Civiltà  Parmigiana di Elvio Ubaldi mandò a casa le giunte rosse. Oggi è la prima grande città  a scommettere su questi ragazzi e altri ci seguiranno certamente se 5 Stelle farà  bene. Se invece farà  male…
Prima – Che linea avete avuto durante la campagna elettorale?
G. Molossi – Ci è stato riconosciuto da tutti molto equilibrio tanto col giornale quanto con la nostra televisione, Parma Tv, che dirigo dallo scorso febbraio. Naturalmente il centrosinistra allargato, Pd, Di Pietro, Vendola e le liste civiche verdi hanno avuto più spazio perché erano più numerosi coloro che facevano appelli all’elettorato. Riconosco un certo sbilanciamento in loro favore soprattutto nei quindici giorni che hanno preceduto il ballottaggio e soprattutto l’ultimo giorno.
Prima – E l’editoriale il giorno del voto?
G. Molossi – L’ho titolato ‘Gli occhi di tutti su Parma/Scegliamo pensando a noi’. Davo per scontata la volontà  di cambiamento, dopo lo scandalo che ha travolto il Pdl (che col 4,7% si è ritrovato ai minimi storici rispetto al 28% nel 2008) e le liste civiche di centrodestra. E mettevo quindi in evidenza come i parmigiani volessero cambiare. Ho scritto che dovevano scegliere fra un “usato sicuro”, riferendomi alla coalizione del Pd, e un “salto nel buio” se prediligevano il Movimento 5 Stelle. Lo stesso Grillo nel sollecitare il voto lo paragonava a un salto nel vuoto. Voteranno con la testa o con la pancia, mi chiedevo alla fine dell’editoriale.
Prima – Così hanno votato con la pancia?
G. Molossi – Il neo sindaco Federico Pizzarotti è una persona veramente per bene. Un bravissimo ragazzo. Educato. Faccia pulita. Nonostante il passato di radicale e Rifondazione comunista ha pescato voti fra la borghesia moderata e centrista. I quartieri alti hanno votato quasi compatti per lui. Gli industriali si sono dimostrati divisi.
Prima – Come l’ha preso Pizzarotti quell’editoriale non proprio a suo favore?
G. Molossi – Con la Gazzetta di Parma ha subito dimostrato la massima correttezza. Lo stesso giorno del voto alle 19,30, rispondendo al nostro invito, è arrivato alla guida della sua auto, accompagnato dalla moglie, alla nostra sede per fare la sua prima intervista da sindaco per il giornale e la televisione. E ciò quando in città  c’era un folto gruppo di giornalisti dei maggiori giornali italiani ed esteri, fra i quali gli inviati della Cnn e del New York Times. Ha voluto privilegiare la comunicazione verso i suoi cittadini attraverso la testata più letta.
Prima – Il giornale che ha come editore l’Unione parmense degli industriali e lettori che hanno votato il partito di Grillo cambierà  linea politica?
G. Molossi – In passato e anche oggi non ho mai avuto pressioni particolari. L’attuale presidenza dell’editrice del giornale affidata a un importante imprenditore farmaceutico come Alberto Chiesi la dice lunga sull’attenzione dell’Unione industriali per la linea politica ed editoriale. Certo non tesa solo a vendere più copie. Una linea moderata, centrista, laica, liberale. Ci è capitato a un certo momento di appoggiare di più Berlusconi. Oggi però con un solco sempre meno significativo fra destra e sinistra siamo soprattutto attenti alla novità , come il partito di Grillo. Mi sono confrontato con gli imprenditori. Lo giudicheremo per quello che fa, dandogli il tempo di fare. Intanto il presidente dell’Unione industriali, Giovanni Borri, ha già  chiesto al neo sindaco di pagare quanto prima i debiti del Comune, 68 milioni di euro, con gli imprenditori del settore edile, che attraversano una grave crisi.
Prima – I sindacati come la pensano?
G. Molossi – La Cgil vorrebbe naturalmente più spazio. Con la crisi che investe – sia pure in misura minore che nel resto d’Italia – anche le nostre imprese, i sindacati sollecitano spesso una maggiore evidenza alle richieste dei lavoratori. Mi tornano spesso alla mente le parole di Guido Barilla, all’epoca della sua presidenza dell’Unione: non nascondete mai le notizie, si danno tutte, si trova il modo di darle su sette colonne o in una breve, non dobbiamo nascondere alcuna notizia.
Prima – Tutto sommato un compito non tanto facile.
G. Molossi – Certo, abbiamo davanti una città  ribelle, rivoluzionaria, fin troppo snob, fedele al mito di Maria Luigia. Ma questo non ci preoccupa. Anzi, ci elettrizza. Dovremo attivare più antenne, avere più fiuto. Imporci di essere più sensibili e attenti alle novità . E anche di essere più attivi su Internet e i social network in sintonia con lo stile dei grillini. Pizzarotti ha annunciato la nomina del primo assessore su YouTube e ha messo in Rete la relazione integrale del commissario sull’indebitamento del Comune e degli enti collegati.
Prima – E voi, come state sviluppando il sito Internet e la presenza su Facebook?
G. Molossi – Il giorno di Pizzarotti abbiamo raggiunto 66mila utenti unici. Il picco di 88mila lo abbiamo toccato il giorno della seconda grande scossa del terremoto che ha devastato il modenese. Anche se il sisma ha appena sfiorato la nostra provincia, che conta una popolazione di 400mila unità , abbiamo dato risalto al dramma dei paesi colpiti, proponendo anche sottoscrizioni di aiuti fra i nostri lettori e lavorando in grande sinergia fra giornale, tivù e sito. Su Internet abbiamo avuto un afflusso di segnalazioni di danni e di drammi personali che ci hanno spesso consentito di dare per primi molte notizie.
Prima – Avete fatto qualche accordo con la redazione per come lavorare sul multipiattaforma?
G. Molossi – Ci stiamo lavorando, sono in corso trattative. Al sito che fa capo a Gabriele Balestrazzi sono dedicati tre giornalisti. Alla tivù sono in quattro. Una pubblicista copre le news per la radio. Al giornale, che rappresenta la portaerei del gruppo a cui fa capo anche una concessionaria per la pubblicità , sono impegnati 40 redattori e centinaia di corrispondenti e collaboratori. Sito, radio e tivù sono finalizzati al successo del giornale che in un periodo difficile per tutta l’editoria quotidiana ha subito solo una flessione del 2% delle vendite, ma è cresciuto come quota di mercato. Siamo però consapevoli che occorre sviluppare molto di più il sito e la presenza sui social network se vogliamo intercettare i giovani. Non è vero che non hanno voglia d’informazione. Occorre essere dove loro ci sono e quindi su Facebook e Twitter.
Prima – Come immaginate la multimedialità ?
G. Molossi – Il giornalista di oggi arriva sul posto dell’evento con l’iPhone, chiama la radio per dare in diretta la notizia, poi manda una e-mail di tre righe per il sito Internet, quindi scatta una foto e la invia subito. La userà  poi anche per il giornale insieme all’articolo che scriverà  più tardi. Infine, sempre sul posto gira un breve video e con un microfono raccoglie qualche intervista. Quando rientra porta alla tivù il video, che sarà  trasmesso dal tg. Confesso che la stessa esposizione fatta all’assemblea di redazione ha raccolto qualche fischio peraltro motivato.
Prima – Oggi invece che succede?
G. Molossi – Ci affidiamo alla spontaneità . C’è chi si dimostra più disponibile e chi meno. Il nostro obiettivo è quello di una maggiore osmosi produttiva fra i mezzi del nostro gruppo. Naturalmente comprendiamo chi incontra maggiori difficoltà . La modalità  diversa di giornalismo, più tempestiva e sintetica, rispetto alla stesura dell’articolo tradizionale per la carta stampata, può essere meglio recepita dai giovani. Non dispero comunque di trovare presto un accordo che accontenti tutti. L’azienda ha già  fatto investimenti e ne farà  ancora per sviluppare i new media. I giornalisti hanno già  la possibilità  di inviare direttamente un testo non solo sul sito, ma anche su Facebook e Twitter. Alcuni giornalisti partecipano o conducono trasmissioni della nostra tivù.
Prima – Quindi avete di fronte due sfide, una interna coi giornalisti e l’altra esterna con la svolta politica?
G. Molossi – Sono delle opportunità  che la Gazzetta di Parma è in grado di affrontare giovandosene come è avvenuto in altri momenti della sua storia plurisecolare. Datiamo la sua fondazione dal 1735 solo perché è l’anno del primo esemplare che possediamo, ma si hanno notizie certe che già  prima di allora si stampava a Parma un foglio che si chiamava Gazzetta, che dava risalto non solo alle cronache di casa, ma anche ai principali avvenimenti nazionali e internazionali. Mentre sotto l’influenza della duchessa Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone Bonaparte, il giornale accentrò l’interesse per le rubriche letterarie e scientifiche. In quest’ultimo mezzo secolo è stata testimone vigile e aderente alla storia di Parma, come la riconoscono i parmigiani che la trovano e se la contendono in ogni bar. Al punto da spingere i proprietari del bar-pasticceria Cocconi a incorniciare l’avviso “Chi tiene la Gazzetta più di dieci minuti è pregato di leggerla a voce alta!”.
Prima – Quali armi avete in serbo per continuare sulla strada del successo?
G. Molossi – Da un lato aumentare il rapporto con i lettori che già  ci inviano moltissime lettere, e-mail e commenti che cerchiamo di pubblicare tutti e senza censure, purché non contengano volgarità . Dall’altro soddisfare il crescente interesse della gente per il suo vicino e quindi offrire cronache giornalistiche sempre più capillari rispetto ai 48 comuni della provincia che copriamo con i corrispondenti e i collaboratori. Fra le nostre prossime iniziative ci sono inserti mensili di 24 pagine dedicati di volta in volta a un singolo comune, sui quali cerchiamo di convogliare pubblicità , ma soprattutto di offrire un buon giornalismo di documentazione e di analisi delle situazioni e dei problemi. Anche quest’anno il giornale seguirà  i parmigiani in vacanza attraverso la presenza nei luoghi tradizionali di vacanza, al mare in Liguria, in alcune località  del Tirreno e dell’Adriatico e in montagna sulle Dolomiti.
Si parla di vacanze, ma le telefonate che hanno interrotto spesso la nostra conversazione continuano a riportarci la tragedia del terremoto che ha colpito duramente altri emiliani e dunque sarà  un’estate calda per la Gazzetta che oltre a seguire i propri lettori in vacanza continuerà  a presidiare la scena di quella tragedia che sembra non voler finire mai.
Intervista di Claudio Sonzogno