EDITORIA: INDAGINI SU CONTRIBUTI STATO, SEQUESTRO A BARI

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PROVVEDIMENTO CAUTELARE A ‘QUOTIDIANO PUGLIA’ PER 1,6 MLN

(ANSA) – BARI, 31 GEN – In esecuzione di un provvedimento del gip del Tribunale di Bari Giovanni Anglana, su richiesta della locale Procura, militari del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza hanno effettuato oggi un sequestro preventivo nei confronti della società  cooperativa Essepi, editrice del quotidiano Puglia, del gruppo Multimedia, che si occupa della vendita di spazi pubblicitari e dei rispettivi rappresentanti legali, resisi responsabili di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso in atto pubblico per l’indebita percezione di contributi pubblici a sostegno dell’editoria. La misura cautelare ha avuto ad oggetto somme di denaro custodite in conti correnti bancari, libretti di deposito, titoli, prodotti assicurativi, quote societarie nonché altri beni mobili ed immobili per un valore equivalente ai contributi all’editoria indebitamente percepiti pari a complessivi un milione e 600 mila euro. Il sequestro giunge al termine di un’indagine avviata nel 2012 nell’ambito di una più ampia attività  pianificata a livello nazionale dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie finalizzata al controllo di soggetti beneficiari di contributi pubblici per l’incentivazione dell’attività  imprenditoriale del settore dell’editoria. Gli accertamenti – spiegano gli investigatori in una nota – “hanno consentito di rilevare molteplici irregolarità  e gravi violazioni dei requisiti fissati per la concessione dei contributi”; in particolare è stato verificato che “il contributo a fondo perduto concesso alla società  cooperativa Essepi a r.l. di Bari per la diffusione della detta testata giornalistica, è stato ottenuto attraverso la mendace attestazione dei requisiti soggettivi in capo al percettore del finanziamento. La Cooperativa editrice non era infatti dotata di una struttura idonea all’esercizio dell’attività  formalmente dichiarata; la falsa rappresentazione dei requisiti attestanti i livelli di tiratura del quotidiano posti dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria quali condizioni indispensabili per l’accesso ai contributi. Il detto Dipartimento, infatti, aveva stabilito che i finanziamenti fossero subordinati al raggiungimento di una quota di diffusione del materiale giornalistico almeno pari al 40% delle copie stampate, tiratura, questa, rivelatasi essere di gran lunga superiore a quella in realtà  raggiunta”. La guardia di finanza ha inoltre accertato “l’emissione di fatture per operazioni inesistenti attestanti la vendita dei giornali ad imprese compiacenti, allo scopo di documentare (fittiziamente) un volume di vendite, e, quindi, una tiratura, maggiore rispetto a quella reale”. In relazione a questo ultimo aspetto sono deferiti alla magistratura, a titolo di concorso nel reato di truffa aggravata ai danni dello stato, altre sette persone in qualità  di rappresentati legali di altrettante imprese, destinatari delle fatture fittizie emesse. (ANSA).