SANREMO: FESTIVAL ‘VIRTUOSO’, COSTI PAGATI CON SPOT

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GUBITOSI PLAUDE A RECORD ASCOLTI, QUALITA’ E INTROITI SIPRA

(dell’inviata Angela Majoli) (ANSA) – SANREMO, 16 FEB – Un Sanremo premiato dagli ascolti, con serate che hanno eguagliato i record del 2000, ma anche ‘virtuoso’, che riesce nell’intento di ripagare i costi con la raccolta pubblicitaria. E’ il doppio obiettivo centrato dal festival di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, che con il direttore di Rai1 Giancarlo Leone e tutto il team dell’azienda che ha lavorato a questa edizione incassano, a pochi minuti dalla serata finale, i complimenti del direttore generale Luigi Gubitosi. Sanremo, sottolinea il dg, “é stato un altro importante passo verso la televisione di qualità . Sono ovviamente felice per il record di spettatori, ma ancor di più per il livello qualitativo del Festival”. Un evento che negli ultimi anni era stato ripagato all’80% dagli spot, ma che stavolta va ‘in pareggio’, “grazie al magnifico lavoro della Sipra”, plaude il dg, ringraziando anche gli sponsor “che hanno creduto in questo progetto”. Nell’era dell’austerity la mission di Sanremo 2013 è stata fin dall’inizio risparmiare sul budget e insieme puntare a ottimizzare gli introiti pubblicitari. Se negli ultimi due anni i costi complessivi si stima che abbiano viaggiato tra i 12 e i 13 milioni di euro (al netto della convenzione tra la Rai e il Comune di Sanremo, che vale 7 milioni l’anno), per il 2013 è stato preventivato un costo non superiore agli 11 milioni, che in sede di consuntivo – a quanto si apprende – potrebbe anche aggirarsi sui 10,5 milioni. In totale, quindi – in attesa che vengano tirate le somme – il festival, convenzione compresa, arriverebbe a costare tra i 17,5 e i 18 milioni (contro i 19-20 milioni delle ultime due edizioni). Ma la vera novità  è anche il ‘pareggio di bilancio’ tra gli introiti Sipra e i costi, laddove negli ultimi due anni i ricavi pubblicitari sarebbero stati nell’ordine dei 14-15 milioni. Un risultato tanto più significativo se si considera che il festival non è da ritenersi un programma commerciale, ma da servizio pubblico: tra i generi che il contratto di servizio impone alla Rai c’é infatti la musica, anche leggera e contemporanea. La spending review ha coinvolto tutte le voci di produzione, a partire dai cachet. Non hanno trovato conferma le cifre circolate nelle indiscrezioni dei giorni scorsi sui compensi dei conduttori (si è parlato di 600 mila euro per Fabio Fazio, 300 mila per Luciana Littizzetto), né degli ospiti (che complessivamente, secondo i rumors, avrebbero raggiunto i 700 mila euro sborsati l’anno scorso per Celentano, che li ha poi devoluti in beneficenza), ordini di grandezza definiti – ufficiosamente – fuori della portata di questo festival. “Quando si vanno a comprimere i costi – si è limitato a commentare Leone – la compressione più importante riguarda proprio quelle voci”. (ANSA).