L’Italia è un mercato molto interessante – Intervista a Jon Farrar, vice president programming Emea di Bbc Worldwide Channels, e a Joel Churcher, account director Emea Bbc Worldwide Channels (Prima n. 432, ottobre 2012)

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Il colosso britannico sta sviluppando progetti a lungo termine nel nostro Paese. Ci sono due o tre canali del network internazionale che potrebbero andare benissimo, dicono i manager Bbc
George Entwistle non poteva scegliere momento migliore per prendere in mano la Bbc. Il Giubileo per il sessantesimo anno di regno della Regina Elisabetta e le Olimpiadi di Londra hanno indelebilmente segnato il 2012 come uno degli anni più importanti della storia del gruppo radiotelevisivo britannico (vedi Prima 430, pag. 72). Certamente il più rilevante in termini di visibilità  e di audience: questi due straordinari eventi hanno portato milioni di persone nel mondo – non solo sudditi dello United Kingdom – a incollarsi davanti ai canali della Bbc. Un anno eccezionale anche per la nomina, operativa da settembre, a direttore generale di George Entwistle, che da capo della controllata Bbc Vision approda alla guida della holding, 22mila dipendenti e ricavi annui per 5 miliardi di sterline. Cinquant’anni, di cui 23 passati nel servizio radiotelevisivo pubblico, il nuovo boss della Bbc ha annunciato una mezza rivoluzione, incrementando le produzioni esterne e mettendo al centro dell’organizzazione ‘programme makers’ e le eccellenze creative (‘outstanding creative originality’). Il tutto con un budget ridotto del 20% rispetto a quello di cui godeva il suo predecessore Mark Thompson e con la necessità  di fare importanti tagli al personale (si parla di 2mila posti in esubero).
“Il nuovo direttore generale gode di molto credito non solo perché opera da anni nel settore ma anche perché è rispettato come creativo”, dice Jon Farrar, vice president programming Emea di Bbc Worldwide Channels. “Entwistle è in carica solo da poche settimane, quindi è impossibile valutare il suo operato. Finora infatti ci sono state parecchie speculazioni su cosa voglia effettivamente fare ma, da quello che abbiamo potuto capire, in Bbc siamo felici che voglia portare il gruppo all’avanguardia nel digitale e che punti alla valorizzazione dei contenuti non solo televisivi”. Farrar è arrivato a Milano insieme all’account director Emea Bbc Worldwide Channels Joel Churcher, in occasione del lancio del nuovo palinsesto di Bbc Knowledge, il canale factual su Mediaset Premium con cui il gruppo è presente nel nostro Paese. Abbiamo fatto loro alcune domande, in particolare sui progetti per il nostro Paese.
Prima – A parte l’arrivo del nuovo boss, con il Giubileo e le Olimpiadi questo è stato un anno davvero speciale per la Bbc.
Jon Farrar – Il ‘Queen’s Diamond Jubilee’ è stato il più grande evento globale che abbiamo mai fatto. Ha raggiunto picchi di audience incredibili nell’area Emea e in Gran Bretagna nel weekend della manifestazione abbiamo avuto in media 10 milioni di spettatori sintonizzati sulle nostre frequenze. Un ottimo preludio per le Olimpiadi che sono arrivate poco dopo. La cerimonia di apertura è stata tra i primi tre eventi numericamente più importanti degli ultimi 20 anni. Insieme questi due avvenimenti hanno dimostrato quello che Bbc può fare su scala internazionale e infatti la nostra strategia d’espansione prevede la trasmissione di un numero sempre maggiore di eventi simili.
Prima – Come pensate di capitalizzare il portato di visibilità  e di audience di questa straordinaria stagione?
J. Farrar – In Uk questi due eventi sono stati l’occasione per promuovere una serie di altri programmi, telefilm, drama e commedie. Programmi che solitamente lanciamo a settembre e che quest’anno invece abbiamo anticipato di qualche settimana mettendoli in coda alle Olimpiadi per sfruttarne l’onda. Abbiamo fatto tre o quattro lanci per canale godendo dell’effetto di trascinamento.
Prima – In Italia il Giubileo è stato seguito attraverso Bbc Knowledge. C’è stato anche qui un effetto traino sul resto della programmazione?
J. Farrar – Siamo soddisfatti di come sono andate le cose. Il canale sta andando bene e siamo contenti di riuscire ad attirare un pubblico di target alto, in linea con le caratteristiche dei brand Bbc.
Prima – Facciamo il punto della situazione a un anno e mezzo dal varo del vostro canale italiano?
J. Farrar – Bbc Knowledge è relativamente nuovo ed è trasmesso su una piattaforma di nicchia. Riesce comunque ad attrarre l’interesse delle agenzia media e degli investitori pubblicitari perché offre contenuti diversi rispetto ai concorrenti, perché è ‘british’ e per la qualità  dei prodotti che sono il nostro elemento distintivo. I focus group che facciamo confermano che il marchio Bbc vende bene e che il pubblico ne riconosce la qualità . Siamo contenti del riconoscimento che abbiamo in Italia.
Prima – Qualche numero di questo riconoscimento?
J. Farrar – Per ora abbiamo soltanto dati qualitativi che registrano ottimi feedback grazie ai quali Bbc ha deciso di investire per comunicare con lo spettatore e per soddisfare ancor meglio le esigenze del pubblico italiano.
Prima – E cosa piace agli italiani nel factual?
J. Farrar – Abbiamo strutturato il palinsesto invernale per condurre i telespettatori in un viaggio tra le meraviglie di scienza, storia, viaggi e avventure. Proponiamo ad esempio le immagini subacquee della ‘Grande barriera corallina’, i segreti del nostro pianeta nella serie ‘In orbita’ e le scene di combattimento reale mai proposte prima di ‘Guerra in prima linea’, per arrivare alla docufiction che svela i meccanismi interni del Cremlino di Putin. Un palinsesto che punta soprattutto sull’appeal di personaggi di fama internazionale come Ben Fogle e Richard Hammond di ‘Top Gear’.
Prima – Qual è l’investimento di Bbc in Italia?
Joel Churcher – Parliamo di parecchio denaro e di molto tempo. Ma non posso fare cifre.
Prima – Sul fronte pubblicitario (la raccolta di Bbc Knowledge è in mano a Digitalia) come state andando?
J. Churcher – Soffriamo come tutti della contingenza, ma il nostro palinsesto ci difende bene. Diciamo che a livello mondiale andiamo forte, mentre in Europa e in Italia la crisi si sente e sta influenzando gli investimenti pubblicitari.
Prima – Nonostante questo Ian McDonough, senior vice president e general manager Emea di Bbc Worldwide Channels, ha recentemente dichiarato a Prima che avete intenzione di investire nel nostro Paese.
J. Churcher – È nell’interesse di Bbc espandersi a livello globale. In Italia siamo partiti con Bbc Knowledge perché le ricerche di mercato ci dicevano che questo era il canale che avrebbe funzionato meglio, ma Bbc Entertainment, Bbc Lifestyle e Cbeebies sono esempi di reti che sicuramente andranno prese in considerazione. L’Italia è un mercato importante nell’area Emea e qui Bbc sta sviluppando progetti a lungo termine.
Prima – Cbeebies è un canale dedicato ai bambini e l’area kids è un segmento che sta dando grandi soddisfazioni in Italia. State pensando di entrarci?
J. Churcher – Forse sì. I canali kids sono molto interessanti anche se rispetto ad altri generi hanno maggiori limitazioni sul contenuto pubblicitario. Faremo focus group e test di mercato che se dovessero dare esito positivo potrebbero portare al lancio di un nuovo canale basandoci sui contenuti e sulle facility che abbiamo sviluppato nel network.
Prima – Adesso siete presenti sulla piattaforma pay di Mediaset. State ragionando anche su una possibile presenza sul digitale terrestre free?
J. Churcher – Avendo per ora un solo canale, la questione non si pone. Però stiamo pensando come far crescere il nostro portfolio e quindi guardiamo con interesse anche ad altre piattaforme, anche se siamo consapevoli che nelle frequenze in chiaro è più faticoso entrare e che sul free è anche più difficile lavorare. In generale Bbc ha più possibilità  nel mercato pay, ma non trascureremo le opportunità  che si presenteranno in chiaro. Valuteremo di volta in volta se e cosa ci verrà  offerto perché siamo interessati a crescere ovunque.
Intervista di Roberto Borghi