Tlc/ Asstel: Rischio blocco per nuovi investimenti banda larga

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Per mancato regolamento scavi
Roma, 30 apr. (TMNews) – A quattro mesi dal decreto Crescita 2.0, Asstel chiede con urgenza l`emanazione del regolamento sugli scavi per la posa in opera della fibra ottica, che sia “una norma agile, con standard autorizzativi, temporali e tecnici valevoli per tutto il territorio nazionale”. “E` del tutto inaccettabile che il più importante ciclo di investimenti sulla modernizzazione del Paese, quale è quello a cui stanno dando vita gli operatori di tlc per realizzare le nuove reti a banda larga e ultra larga, dell`ordine tra gli 8 e i 10 miliardi di euro, possa essere messo a rischio da un semplice regolamento sugli scavi stradali”, afferma Cesare Avenia, presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel, l`associazione confindustriale delle imprese della filiera delle tlc, che denuncia “l`assurdità  di una vicenda che da quasi quattro mesi sta di fatto bloccando l`emanazione del regolamento attuativo dell`art.14 della legge Crescita 2.0 destinato a semplificare e innovare l`iter burocratico e costruttivo delle nuove reti in fibra ottica. L`ultimo stop alla bozza predisposta dal Ministero dello Sviluppo è arrivato – spiega l’Asstel in una nota – dal Ministero dei Trasporti, determinato soprattutto dall`opposizione dell`Anas alle minitrincee di scavo, a cui si sono aggiunti i timori dei Comuni, espressi recentemente dall`Anci, che chiedono la condivisione preventiva del regolamento. “Purtroppo sta prevalendo la logica di conservazione di proprie prerogative e situazioni di vantaggio invece dell`interesse generale, che oggi si identifica con l`urgenza di dotare il Paese di infrastrutture di telecomunicazioni innovative, rispettando gli obiettivi dell`Agenda digitale europea – sottolinea Avenia – Nessun operatore pensa di dover dar luogo a una giungla di scavi senza controllo, ma anzi il regolamento nasce dall`esigenza di facilitare la rapida posa in opera della nuova rete, secondo le modalità  meno invasive, a minor impatto ambientale e meno onerose, come avviene appunto con le minitrincee. Questa dovrebbe essere la principale preoccupazione delle istituzioni coinvolte, non quella di porre paletti”. “Se lo sviluppo delle reti tlc è l`asset strategico su cui innescare anche in Italia, come sta avvenendo nei principali paesi, una nuova fase di crescita dell`economia- conclude il presidente di Asstel – allora va fatta una scelta di fondo rispetto alla quale vanno calibrare il peso delle diverse istanze. E in questo caso l`obiettivo, per tutti, non può che essere quello di emanare una norma agile, semplice, che stabilisca tempi dei permessi certi e standard tecnici e autorizzativi valevoli per tutto il territorio nazionale”.