DA ACCOUNT FB A TWITTER, SPUNTANO PRIMI TESTAMENTI ‘VIRTUALI’
(ANSA) – NEW YORK, 26 MAG – Una cassetta di sicurezza virtuale dove lasciare le password e altri dati, un pulsante per l’autodistruzione o un testamento. Le modalità per gestire la propria vita digitale dopo la morte sono varie. E sempre più numerosi sono coloro che pensano a cosa accadrà ai propri beni ‘virtuali’ in caso di morte, correndo ai ripari e affidandosi ai sempre più numerosi servizi offerti. Alcuni nel proprio testamento ‘reale’ indicano come andrà gestita la loro eredità digitale fra account Facebook, Twitter, blog e foto archiviate in iCloud. Da qui il boom di servizi e programmi per aiutare a prepararsi a quello che accadrà dopo ‘l’ultimo log in’. Google ha avviato il programma Inactive Account Manager, che consente a chi usa i servizi del motore di ricerca di decidere esattamente cosa fare con i dati e le foto depositati nei ‘magazzini’ virtuali di Google. E offre varie alternative: dalla possibilità di tramandare tutto a eredi selezionati a quella di cancellare tutto. Altre società hanno introdotto cassette di sicurezza virtuali che possono essere aperte da beneficiari espressamente indicati. “Gli asset digitali hanno un valore, in alcuni casi sentimentale in altri commerciale. Sono come una scatola di gioielli. E potrebbero esserci problemi legali ed emotivi per chi resta nella loro gestione” afferma John Riccione, avvocato presso lo studio Aronberg Goldhehn davis & Garmisa, con il New York Times. “E’ necessario valutare con attenzione il futuro dei propri beni digitali. Bisognerebbe stilare una lista dei propri account, con le username e le password che, non vanno comunque inserite nel testamento scritto perché questo diventa pubblico una volta che si è morti” mette in evidenza Naomi Cahn, professoressa di legge presso la Law School della George Washington University. (ANSA).