EDITORIA: FNSI A GIORNALE, IMMORALE VENDITA REDAZIONE GENOVA

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(ANSA) – ROMA, 3 GIU – “Con una iniziativa che non ha precedenti nella storia dell’editoria italiana, la Società  europea di edizioni (che edita ‘Il Giornale’) ha deciso di cedere come ramo di azienda la redazione di Genova. Una scelta offensiva nei confronti dei giornalisti che vengono ceduti al migliore offerente come comune merce di scambio, senza tenere in alcun conto le professionalità  e l’apporto che in questi anni i colleghi di Genova hanno dato alla testata”. Lo dichiara in una nota la Fnsi che, con le Associazioni di Stampa Lombarda e Ligure, “ha contestato la decisione della società  perché illegittima, fuori dal contratto, e perché punta a creare un precedente unilaterale rispetto alla natura e sostanza regolatrice (anche in termini di correttezza del mercato) del contratto nazionale di lavoro giornalistico, in ordine a organizzazione d’impresa e ruolo delle redazioni”. “La redazione di Genova, infatti – prosegue la nota -, opera sullo stesso sistema editoriale delle redazioni di Milano e Roma, risponde allo stesso ufficio centrale e allo stesso direttore, viene gestita da Milano e non ha alcuna autonomia funzionale, economica e amministrativa, e le pagine che produce vengono chiuse dalla redazione centrale”. “La See che cede l’intera redazione di Genova, parte integrante della struttura redazionale centrale che opera a Milano – prosegue la nota -, agisce sotto l’egida della proprietà  della famiglia Berlusconi che tratta la compravendita di giornalisti come fossero calciatori, in spregio della morale sociale e pubblica, di prassi consolidate, della centralità  della redazione giornalistica cementata da cento anni di contratto, e dell’idea stessa di giornale intesa come opera di un laboratorio intellettuale collettivo”. La Fnsi “sosterrà  con forza le ragioni dei colleghi della redazione di Genova, assistendoli nelle azioni di legge che verranno intraprese per opporsi ad un’operazione economica finora non delineatasi in tutti i dettagli, che potrebbe celare, dietro la dizione di cessione di ramo d’azienda (mai usata finora nel settore dei quotidiani, impraticabile a nostro avviso per una redazione), un tentativo di licenziamento senza alcuna valida motivazione”.(ANSA).