(ASCA) – Roma, 10 giu – Per contrastare le parole d’odio sulla rete, la violenza online, gli atti razzisti e xenofobi ”non e’ necessario prevedere nuove norme e limitare la liberta’ d’espressione” perche’ ”cio’ che e’ reato offline e’ reato anche online”. L’obiettivo deve essere quello di ”impedire ai violenti di agire” anche se ”individuare il responsabile del reato e’ difficile, il server puo’ essere dall’altra parte del mondo”. Ecco quindi la necessita’ di ”rafforzare la cooperazione internazionale”. Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini aprendo a Montecitorio il seminario su ‘Parole libere o parole d’odio? Prevenzione della violenza online’ al quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle Pari opportunita’ Josefa Idem e il giurista Stefano Rodota’. In questo ambito e’ stata presentata la campagna del Consiglio d’Europa ‘No Hate Speach’. Boldrini chiede ”equilibrio anche sulla Rete tra diritto di espressione e salvaguardia dei diritti di minori. Oggi in questo seminario – spiega il presidente di Montecitorio – non e’ in discussione la liberta’ della Rete ma le parole d’odio che la Rete puo’ contribuire a diffondere”. Di fronte a iniziative di tale genere ”si e’ parlato di censura, di repressione del dissenso ma dire questo e’ una stortura”, sottolinea con forza Boldrini aggiungendo invece ”come possa essere dirompente la forza della Rete nelle battaglie per la liberta’ e per i diritti”. La presidente della Camera sostiene che ”bisogna essere consci che la Rete non e’ uno sconfinamento dello spazio di liberta’ illimitato”, anche se gli imprenditori del settore hanno come ”obiettivo principale aumentare il numero degli utenti e non altro”. La Rete, avverte Boldrini, ”puo’ anche essere un luogo di istigazione all’odio” e ”fungere da amplificatore di messaggi per offendere una persona. Oggi gli insulti, le bugie possono raggiungere migliaia di utenti provocando una pressione insostenibile. Si provoca un contagio di persone che si moltiplica a valanga”.