(AGI) Il giudice militare decidera’ giovedi’ se lasciar cadere alcune delle accuse nei confronti di Bladley Manning, il soldato americano che ha confessato di aver consegnato a Wikileaks oltre 700mila file riservati dell’intelligence militare e cablogrammi della diplomazia Usa.
La difesa cerchera’ di far ritirare l’accusa che il soldato ‘aiuto al nemico’, quella piu’ grave e che rischia di portare Manning all’ergastolo. Il processo per spionaggio sta entrando nelle fasi decisive.
L’avvocato di Manning, David Coombs, ha sostenuto che la procura non ha presentato prove determinanti, che dimostrino che il soldato fosse a conoscenza che le informazioni classificate che stava cedendo a Wikileaks potessero essere usate indirettamente dal nemico. L’accusa del governo statunitense sostiene invece che il materiale servi’ ad al-Qaeda che pote’ analizzare le informazioni rese pubbliche su Internet e che Manning non poteva ignorare questa possibilita’. Nel corso del processo gli avvocati della difesa hanno tentato di dimostrare che il giovane e occhialuto militare sia stato ingenuo, ma comunque spinto soltanto dall’intenzione di voler informare gli americani della realta’ delle guerre in Afghanistan e in Iraq.
Coombs ha ripetuto al giudice militare, Denise Lind, che si aprirebbe un pericoloso precedente se quei fatti fossero accettati come prova, perche’ “si scenderebbe il pendio scivoloso di incolpare le persone che danno informazioni alla stampa”. (Fort Meade -Maryland- 16 luglio 2013. AGI/AFP/REUTERS/EFE )