(ANSA) “Il mio cuore, la mia Fede, il mio impegno, la mia professionalità a servizio della Chiesa e del Santo Padre. Sempre”. E’ questo il commento di Francesca Immacolata Chaouqui, affidato a Twitter, alla sua nomina oggi, unica donna tra otto membri, da parte di Papa Francesco a far parte della commissione che riformerà le finanze vaticane.

Chaouqui è un’italiana (con padre di origine nordafricana) laureata alla Sapienza di Roma e attualmente si occupa di Relazioni pubbliche e comunicazione per la società Ernst&Young. “In circa 10 anni di esperienza – si legge sul suo profilo professionale di Linkedin – ho sviluppato le capacità necessarie per creare e implementare modelli di comunicazione interna/esterna efficace e di valore al fine di fornire una corretta immagine dell’azienda (identità, valori, attività) verso i clienti, le associazioni di categoria, le Istituzioni e gli Stake-Holders in genere allo scopo di migliorare la percezione del Brand e del suo Top Managment nella Business Community”. “Ho sviluppato – continua il profilo – un efficace sistema di relazioni con i “media” nazionali ed internazionali per promuovere e coordinare la presenza media e digital media delle attività dell’azienda e favorire la percezione del management come opinion leader sui temi core aziendali”. Trentenne di San Sosti, in provincia di Cosenza, è sposata con Corrado Lanino, un informatico che ha lavorato a lungo nella Città del Vaticano. La donna scelta dal Papa è anche iscritta alla Ferpi, la Federazione relazioni pubbliche italiana che da anni si batte per fare approvare dal Parlamento italiano una legge per l’attività trasparente di lobbying. Di recente Francesca Immacolata Chaouqui ha fatto parlare di sé intervenendo su un blog di Corriere.it in merito alla vicenda di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa a Corigliano Calabro. “Sono nata in Calabria 30 anni fa, in un paese di 2000 abitanti vicino a Corigliano – è l’inizio del suo intervento del 27 maggio scorso -. Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi. Se nasci femmina la tua stessa venuta al mondo disattende la volontà di chi dovrebbe amarti incondizionatamente ma nonostante questo la Calabria è una terra matriarcale, sono le madri a indirizzare le famiglie, a aiutare i figli nelle scelte e anzi spesso a decidere per loro”. “Fabiana – è un altro passaggio – è cresciuta come tutte noi, sentendosi dire ‘cittu ca tu si filmmina, non su così pi tia’, ‘fai silenzio, sei una donna non sono cose per te'”. (ANSA, 19 luglio 2013).