Gratis non basta. Prezzi e strategie per il self-publishing

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Continua l’inchiesta sul self-publishing di Pbs Mediashift. Nella puntata del 4 settembre Miral Sattar parla del prezzo giusto per un ebook. Se nel 2012 la maggior parte degli autori autopubblicati ha fissato il prezzo a 99 centesimi di dollaro, quest’anno il numero magico è salito a 2,99.

I dati vengono da un sondaggio su Smashwords e rivela qualcosa di interessante: i libri da 3,99 dollari vendono di più di quelli a 2,99 e più di quelli orientati ad altre fasce di prezzo. I lettori rispondono bene a questa richiesta. Se è vero che i libri dal costo ancora più basso tendenzialmente vendono di più, quelli a 3,99$ garantiscono agli autori un guadagno superiore del 55% rispetto agli altri prezzi di copertina.
Nella rassegna degli autori intervistati da Sattar è il denominatore comune è: “parti basso e poi fai salire il prezzo quando hai trovato un pubblico”.

1. Il modello Freemium
È la fusione tra free e premium ed è sperimentato da Hugh Howey. Si può dire un veterano del self-publishing (la sua prima pubblicazione è del 2009) e il suo approccio punta soprattutto sull’aumentare il numero di lettori.
Howey fissa un prezzo vicino allo zero, senza drm. Per lui non significa svalutare la letteratura, ma divulgarla. Per riuscire a sostenersi punta sulla quantità: ha pubblicato una dozzina di libri e 700 mila copie dal 2012.
La sua strategia consiste nel mettere a disposizione gratis il suo libro per un numero limitato di giorni sui siti consigliati da Bibliocruch. Così i lettori possono conoscere lo stile dell’autore e guadagnare un pubblico.

2. Saghe e prezzo crescente
Susan Kaye Quinn è un’ingegnere aerospaziale diventata scrittrice nel 2011. Oggi ha pubblicato 19 libri su Amazon, tramite il self-publishing. Il primo libro di una delle sue saghe ha sempre un prezzo inferiore rispetto agli altri. Lo sconto sul primo libro non le ha aumentato gli incassi ma le ha permesso di guadagnare lettori. Inoltre, “se qualcuno ha apprezzato il primo libro, è meno sensibile a spendere pur di sapere come continua la saga, al contrario, per un lettore che non conosce la saga il prezzo basso può fare la differenza”, spiega l’autrice.
Quando poi la saga è completa, il primo libro diventa gratuito per sempre. Con questa strategia, Quinn ha venduto 40 mila copie.

3. Best seller accidentale
Darcie Chan ha messo in vendita su Amazon il suo libro con il solo scopo di avere un’opinione dai lettori. Ha avuto un brivido quando ha venduto 100 copie, ha pensato di potersi costruire un pubblico e allora ha provato a fissare diversi prezzi, da 99 centesimi a 2,99 dollari. “Penso che un libro valga di più, ma da esordiente, volevo che il pubblico mi leggesse. I prezzo è sempre rimasto basso, anche quando le vendite aumetavano. La cosa veramente importante per me è costruire un bacino di lettori per i miei futuri lavori”, racconta l’autrice.
Poi ha investito un piccolo budget per far pubblicità al suo lavoro su siti come il Kindle Nation Daily e, due mesi dopo, è successo l’impensabile: ha venduto più di 100 mila copie e il suo libro è finito nella classifica dei best seller del New York Times, dove è rimasto per sette mesi. Ad oggi ha venduto circa 700 mila copie.

Miral Sattar però ci tiene a precisare: nessuna strategia commerciale funzionerà se il libro non vale la lettura: ben scritto, con una bella copertina  e senza refusa. In più più bisogna che rientri nelle giuste categorie per facilitarne la scoperta.