C’è chi non rinuncerebbe mai all’odore d’inchiostro dei quotidiani e chi ritiene intollerabile la passività delle notizie della carta stampata (soprattutto i giovani nati in un ambiente digitale). Per far convergere queste due tipologie di pubblico, l’editore canadese Glacier, che possiede numerosi quotidiani dell’ovest del Paese, sta sperimentando la realtà aumentata: avvicinando lo smartphone a un’area del giornale contrassegnata da un asterisco rosso con all’interno un cellulare, i contenuti si animano.
È una tecnologia differente dai Qr code che non aggiungono nulla all’esperienza di lettura, ma rimandano a un link del browser mobile.
Robert Washburn su The canadian journalim project racconta il progetto: è partito il 4 settembre con 30 pagine di elementi interattivi sul Toronto star. Esperimenti simili sono già attivi negli Stati Uniti, in Australia, in Malaysia, nelle Filippine e in Giappone. In particolare il Tokyo Shimbun ha dato vita a una campagna pubblicitaria per attrarre i lettori più giovani:
Ma, nell’articolo di Robert Washburn, non mancano le critiche: i contenuti della realtà aumentata sarebbero sì animati, ma sono pur sempre un’esperienza passiva. Inoltre questi contenuti richiedono molti passaggi per il lettore, che deve scaricare un’app, tirar fuori il telefono, allinearlo all’articolo e aspettare finché il codice sia letto. Allora ci si potrebbe chiedere se è qualcosa di duraturo o se, dopo la sorpresa iniziale, l’interesse sparisca. I Google glass e gli smartwatch possono facilitare l’interfacciamento con questo tipo di contenuti, ma non sono diffusi.