Adattarsi per sopravviere: il Washington Post ricrea il confort del quotidiano sul digitale

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I cambiamenti nelle modalità di consumo delle notizie stanno avvenendo più in fretta di quanto ci si aspettasse. Per Kevin Gentzel, chief revenues officer del Washington Post, la personalizzazione dell’offerta mediatica dovrà essere più profonda e, su Digiday, racconta le sue idee sul giornalismo digitale.

I dispositivi mobili sono in forte crescita e, nel corso del 2013, si è affermato il cosiddetto giornalismo ‘mobile-first‘, pensato per cellulari e smartphone. Per Gentzel non è sufficiente, le redazioni devono pensare a un tipo di scrittura ‘device-first’, in grado di creare un’esperienza di lettura adatta a tutti i dispositivi in circolazione.

Le vendite di computer desktop sono in calo e questo può trarre in inganno: chi pensa alla loro rapida estinzione deve ricredersi. Per Gentzel avranno ancora una vita lunga e un ruolo importante tra i dispositivi di lettura. Le osservazioni del dirigente del Washington Post non si fermano ai dati di mercato, ma puntano a ricostruire il successo del modello editoriale dei quotidiani e a confrontarlo con gli scenari digitali.

Non sono solo le notizie a rendere importante un quotidiano (cartaceo o digitale che sia). È la scelta dei fatti del giorno, presentata in modo confortevole e distribuita in modo capillare, a decretarne il successo. Oltre a informare, il prodotto-quotidiano fornisce argomenti di conversazione e può essere un compagno di viaggio.

Con il digitale, ricreare lo stesso confort è più complesso. Le notizie crescono in modo esponenziale e le offerte editoriali per i dispositivi mobili creano frammentazione e non c’è più la sicurezza di sentirsi informati sul mondo con un singolo prodotto. La soluzione, per Gentzel, sta nel creare un’offerta personalizzata per ogni utente, che possa seguirlo su tutti i suoi dispositivi: quando è a casa al computer, quando è in viaggio sul tablet e quando è di fretta sullo smartphone.

Uno degli esperimenti che affascinano di più il chief revenues officer del Washington Post è l”adaptive storytelling’: una forma di narrazione che si adatta alla piattaforma di lettura (pc, smartphone, tablet) e fornisce informazioni addizionali in base al luogo geografico e all’ora del giorno. Il ‘Washington Post’ ha già avviato sperimentazioni in questa direzione con il giornalismo sportivo: gli articoli si aggiornano con approfondimenti su una partita di baseball,  ma solo se si è allo stadio a guardarla. Anche Usa Today sta provando qualcosa di simile con The Q, pensato per approfondimenti sul campionato di football Nfl.

Cory Haik, figura chiave dell’area digital del Washington Post riassume con questa formula l’adaptive storytelling: “è un tipo di giornalismo fatto per raggiungere e incontrare i lettori, ovunque si trovino”.